A Torino la seconda G7 Industry stakeholder conference

L’incontro della B7 Italy 2024 si è svolto in concomitanza con il G7 Clima

Imagoeconomica 2096649 scaled

Rendere le transizioni energetiche e ambientali driver per la competitività“: è questo l’obiettivo della seconda conferenza degli stakeholder del B7 Italy 2024 che si è tenuta a Torino in concomitanza con la riunione ministeriale del G7 su Energia, Ambiente e Clima. Un’opportunità unica per le imprese per sostenere i ministri nell’affrontare sfide complesse e urgenti.

Insieme a Emma Marcegaglia, B7 Chair, i principali attori dell’energia e del settore finanziario dei Paesi del G7 e i rappresentanti di organizzazioni internazionali e multilaterali si sono confrontati sui fattori chiave per navigare nelle transizioni energetiche e ambientali, in un’economia globale in rapido cambiamento, dove le frizioni geopolitiche, unite all’aumento della domanda di energia a livello globale, chiamano i settori pubblico e privato a rafforzare la loro partnership e a dirigersi insieme verso obiettivi condivisi facendo leva sulle tecnologie più performanti.

La corsa al Net Zero necessita di ingenti investimenti che devono essere indirizzati verso settori critici, tecnologie innovative e processi a basse emissioni di carbonio facendo leva su ricerca, sviluppo e innovazione. A tal fine, i Paesi del G7 devono perseguire un approccio tecnologicamente neutrale, impiegando le opzioni già disponibili e quelle più promettenti in base alla loro maturità ed evoluzione.

L’aumento della domanda di materie prime, componenti, semilavorati e prodotti finiti, ha portato a una crescente produzione di rifiuti, sollecitando il passaggio a un modello circolare e un’immediata azione congiunta di governo e imprese per catene di approvvigionamento globali più efficienti, sicure, sostenibili e resilienti.

Tutte le azioni per il clima, compresa l’adozione di tecnologie pulite, devono garantire una decarbonizzazione competitiva e sostenere la transizione energetica abbracciando la più ampia neutralità tecnologica possibile al fine di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

“Da questi 2 giorni di confronti ci aspettiamo decisioni rilevanti non solo per l’Europa ma per tutti i grandi paesi sviluppati. Auspichiamo un accordo sugli investimenti a supporto anche di altri Paesi ricchi di materie prime, come per esempio l’Africa”, ha sottolineato Emma Marcegaglia, B7 Chair. “Ci aspettiamo anche di poter avere la stessa tassonomia affinché in tutti i paesi del B7 si arrivi a stabilire cos’è verde e cosa no. Oggi in Europa il costo per la CO2 è molto alto, quindi una maggiore integrazione di regole aiuterebbe l’industria dei paesi del G7”.

In occasione di questo evento, Confindustria e Deloitte, unico knowledge partner del progetto, hanno realizzato la nota B7 Flash, un documento che ha messo in luce i dati di scenario e le priorità della transizione energetica.

Lo scenario internazionale dopo la Cop28 di Dubai

La COP 28 di Dubai di fine 2023 ha visto i Paesi G7 rafforzare l’impegno a intraprendere azioni per ridurre le emissioni di gas serra. L’implementazione del primo Global Stocktake (GST) ha consentito di monitorare i progressi verso gli obiettivi degli Accordi di Parigi. L’attenzione si è concentrata sull’accelerazione dello sviluppo di tecnologie a zero e a basse emissioni ed è stato fissato l’impegno di aumentare la capacità mondiale di energia rinnovabile, fino ad almeno 11.000 GW, e di migliorare il tasso annuo d’incremento dell’efficienza energetica dal 2% al 4% entro il 2030. Al contempo, 22 Paesi si sono impegnati a triplicare la capacità di produzione di energia nucleare entro il 2050 ed è stato riconosciuto il ruolo delle tecnologie a basse emissioni, insieme ai combustibili di transizione come il gas naturale. Gli impegni della COP 28 sullo sviluppo delle rinnovabili sono in linea con gli scenari IEA-NZE (Net Zero Emissions).

Le sfide per la competitività B7: pesano il costo dell’energia e delle emissioni di gas serra

Tra gli svantaggi competitivi vi è l’elevato costo delle emissioni di gas serra nel G7 rispetto ai Paesi che non hanno ancora adottato efficaci politiche di sostenibilità, con il prezzo Europeo delle quote di emissione di gas serra nel 2023 pari a 90,26 $/tCO2e, dieci volte superiore al prezzo cinese. I costi elevati dell’energia elettrica costituiscono un ulteriore onere, in particolare per le aziende e i consumatori Europei che sostengono prezzi tra i più alti a livello internazionale, doppi rispetto al mercato cinese. Altro aspetto da considerare è l’elevato valore degli stranded assets, dovuto all’obsolescenza anticipata delle infrastrutture energetiche delle fonti fossili, sostenuto in maniera più rilevante dai Paesi caratterizzati da una transizione energetica più veloce e valutato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in 4 mila miliardi di dollari. È necessario, poi, prendere atto del fattore di rischio legato al sostanziale controllo cinese delle supply chain coinvolte nella transizione energetica, con quote che vanno da circa l’80% per il fotovoltaico al 65% per le batterie, con la prospettiva di passare dalla dipendenza storica del nostro sistema energetico dai combustibili fossili a quella per l’approvvigionamento delle tecnologie verdi. Affrontare queste sfide richiede un grande aumento degli investimenti pubblici e privati, regolamentati da politiche pubbliche convergenti tra i Paesi del G7. Tali politiche devono stabilire regole di mercato chiare per mitigare gli impatti economici della transizione, promuovere un assetto energetico globale resiliente e diversificato, incoraggiare la transizione e ridurre la vulnerabilità dei mercati.