Auto, Appendino: Torino luogo rilancio filiera italiana

mobilita elettrica

Il mercato dell’auto è un tema sensibile per Torino. Il 15 aprile la sindaca della città Chiara Appendino ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti per sottolineare la necessità di un rilancio della filiera automobilistica italiana.

Nei giorni scorsi, in un’intervista parallela a Le Figaro, il ministro dell’Economia Le Meire e l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, hanno ribadito la volontà di mantenere e sviluppare il ruolo della Francia come “nazione dell’auto”, garantendo occupazione e impegnandosi nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione dell’auto elettrica. A tal fine, hanno indicato diverse strade: la promozione  da parte dello Stato dell’uso della mobilità elettrica sostenibile (a partire dalla rete nazionale per le ricariche) e la ricerca e la realizzazione di una produzione autonoma di batterie con un polo europeo incentrato sui precedenti accordi tra Francia e Germania, il coinvolgimento di Renault e un’intesa strategia con Total.

Per quanto riguarda l’Italia e la città che ho l’onore di rappresentare, per il momento solo il silenzio.

Torino merita di essere tutelata sia dal punto di vista dell’occupazione  che dal punto di vista del suo innegabile ruolo di punto di riferimento mondiale del settore dell’auto. Torino in questi anni ha dimostrato la volontà di continuare a essere protagonista proprio dei temi evidenziati, ne sono tangibile testimonianza i progetti nati e sviluppatisi nel territorio negli anni dal Competence Center all’Intelligenza Artificiale, dalla Casa delle Tecnologie Emergenti alla grande attenzione per la mobilità elettrica e per la guida autonoma. Torino è il luogo naturale da cui deve ripartire il rilancio della filiera automobilistica italiana.

Vi chiedo pertanto di prevedere l’utilizzo di parte delle risorse previste dal Recovery Plan proprio per permettere alla mia città di continuare il suo percorso. È la storia della mia città che lo chiede.

Chiara Appendino