Lerda (Sgf): Ricerca e formazione per vincere le sfide del futuro d’impresa

Per Franco Lerda ‘fare’ impresa è una vocazione.

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Quando Franco Lerda ha fondato la Sgf s.r.l. i telefoni cellulari esistevano da soli tre anni, internet non era di uso comune e il Muro di Berlino divideva ancora la Germania: era il 1986. Oggi la sua azienda continua a progettare e realizzare nello stabilimento di Volvera, alle porte di Torino, soluzioni ingegneristiche per l’abbattimento e il controllo del rumore per tutti i settori industriali. Il fondatore ha realizzato i primi impianti nel cortile di casa, spinto dalla tenacia e dalla passione. In questa lunga chiacchierata, oltre alla storia, ci ha raccontato sviluppi e prospettive della sua impresa.

Sgf è stata fondata nel 1986. Quali sono i cambiamenti a cui vi siete dovuti adattare con il passare del tempo? Come si è trasformato il vostro settore?
La mia storia ha inizio tanti anni fa, mentre lavoravo come agente commerciale per un’azienda multinazionale che costruiva gli impianti prodotti oggi da Sgf. Quando l’impresa ha chiuso la divisione dell’acustica applicata, ho pensato che fosse il momento di mettermi in gioco. Ho progettato i primi impianti insonorizzanti nel cortile di casa mia, grazie all’aiuto di alcuni artigiani. Col passare del tempo, il lavoro è aumentato e quindi ho spostato l’attività in un capannone industriale per poi aprire, qualche anno dopo, lo stabilimento a Volvera. All’epoca, i mezzi di comunicazione erano differenti. C’era il telefono, il fax, il registro della contabilità e il tecnigrafo: tutti strumenti piuttosto basici che però ci consentivano di lavorare. Su questi dispositivi non ci si aspettava, di certo, il progresso tecnologico che è avvenuto negli ultimi anni o, almeno, non di una tale portata.

La pandemia non ha risparmiato nessun settore industriale. Quali sono state le difficoltà che avete dovuto fronteggiare?
L’attività di Sgf si è arrestata per quindici giorni perché il codice Ateco a cui appartiene non consentiva l’apertura. Ci siamo subito adoperati, però, per richiedere un permesso per dare ai nostri clienti – produttori di beni di prima necessità – l’assistenza e la manutenzione necessaria.
In realtà, siamo stati fortunati: la pandemia non ci ha ‘toccato’ molto e infatti abbiamo chiuso il 2020 con un bilancio positivo. Ovviamente, come tutti, ci siamo dovuti adeguare nel rispetto delle norme vigenti.

Sono sempre più le aziende che investono in ricerca e sviluppo. Quanto è importante per voi?
Ricerca e sviluppo sono fondamentali perché portano all’innovazione e quindi assicurano un futuro. Sono elementi che definirei essenziali per essere competitivi sul mercato ed essere in grado di rispondere alle continue sfide del settore. Investiamo continuamente perché tutti i prodotti che realizziamo devono essere impeccabili. Infatti, stiamo per acquistare nuovi macchinari per rendere il lavoro più veloce, preciso e soprattutto per avere la possibilità di controllare il risultato in tempo reale.

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Dopo la crisi pandemica è necessaria una ripresa per il Paese. Cosa pensa del Pnrr? Ritiene siano sufficienti i provvedimenti presi dal Governo per aiutare le aziende?
Non mi sarei aspettato, fino a qualche tempo fa, l’investimento di tutto quel denaro. Ritengo, però, che siano necessari da parte del Governo provvedimenti per non lasciare indietro le persone più fragili. Il reddito di cittadinanza non può essere l’unica soluzione. Esiste molta discrepanza tra chi è tecnologicamente preparato e quindi in grado di affrontare i cambiamenti attuali, e chi invece è costretto a chiudere. Auspico che si faccia qualcosa per loro.

Il tema della formazione in passato è stato spesso sottovalutato, ma negli ultimi anni è emersa l’esigenza di un aggiornamento continuo, ad ogni livello. Che ruolo deve avere, secondo lei, la formazione per fare ‘buona’ impresa?
La formazione è basilare, è un processo ineluttabile e le aziende che vogliono continuare ad esistere non possono esimersi. Bisogna però investire in una formazione specifica e mirata al raggiungimento di obiettivi, non generica. Chiunque si occupa di una determinata mansione è prezioso e deve essere tecnicamente all’altezza.

Il vostro è un esempio di successo. Quali sono i valori essenziali che vi hanno permesso di raggiungere l’attuale posizione?
Bisogna crederci. Ho aperto l’azienda per la mia famiglia e per essere indipendente. Quando Sgf, però, ha iniziato ad espandersi mi sono reso conto che, in un certo modo, apparteneva anche a tutti coloro che avevano avuto fiducia in me e sono rimasti al mio fianco. Inoltre, penso che le aziende siano il solo e unico organismo sociale in grado di produrre prosperità e benessere. Senza di esse, cadrebbero tutti gli organi sociali circostanti come i sindacati e i centri per l’impiego, i quali non avrebbero più ragione di esistere. Alla luce di queste considerazioni, ci si sente investiti di una vocazione e questo induce ad andare avanti. Nel mio caso, ad essere qui alla mia età perché ci credo ancora.

Pensando al futuro, come vede la sua azienda da qui a cinque anni?
Fortunatamente, la ripresa è reale e quindi stiamo lavorando per ingrandire l’officina e abbiamo in programma di aprire nuovi reparti. Ad alimentare qualche dubbio sono i costi delle materie prime e la difficoltà del loro reperimento. Questo è un fenomeno causato sia dal covid sia da altre problematiche e desta per il futuro luci ed ombre.