Se le previsioni saranno confermate, nel 2022 la domanda apparente di acciaio dell’Ue salirà a 153 milioni di tonnellate, e cioè 1 milione di tonnellate in più rispetto al 2018. Potrebbe quindi configurarsi come il miglior anno, in termini di tonnellaggio, dell’ultimo decennio.
Sono le previsioni di Eurofer, l’associazione europea dei produttori di acciaio, che il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb Stefano Ferrari ha presentato nel corso del webinar ‘Mercato & Dintorni’, con cui siderweb ogni mese fotografa la congiuntura siderurgica nazionale e internazionale.
“Quest’anno – ha illustrato Ferrari – la domanda reale di acciaio dovrebbe salire del 7% e la domanda apparente del 13%, che rispettivamente sono date in crescita l’anno prossimo del 4,4% e del 4,7%”. A livello mondiale, ci si attende una crescita della domanda del 4,5% nel 2021 e del 2,2% nel 2022. “Ciò avverrà nonostante un consumo asiatico non particolarmente tonico (+1,9% nel 2021 e +1,1%% nel 2022) – ha spiegato Ferrari – rallentato dalla stagnazione cinese (-1,0% quest’anno e 0% l’anno prossimo)”.
Appaiono buone anche le prospettive per la siderurgia italiana: “Gli investimenti nel 2021 saliranno del 15,5% rispetto all’anno precedente e negli anni seguenti l’andamento di questa componente sarà strutturalmente superiore a quello del PIL, secondo le previsioni contenute nel Nadef di ottobre. Dato che questa componente è quella più ‘acciaivora’, le prospettive per la siderurgia italiane paiono buone”.
Il mercato europeo “entra nel 2022 con un sentiment positivo. A livello globale c’è una certa negatività, dovuta alla Cina che negli ultimi due mesi ha mostrato una forte incertezza che per ora però non sembra aver intaccato Ue e USA” ha spiegato Emanuele Norsa, analista di Kallanish e collaboratore di siderweb. “Il 2021 è stato un anno straordinario: i prezzi sono arrivati a livelli che non ci saremmo mai aspettati e si è capito che siamo entrati in una nuova fase, nella quale il rapporto diretto tra i prezzi di alcune materie prime, come il minerale di ferro, e i prodotti finiti è finito”. Altri fattori stanno guidando i prezzi, “primo tra tutti la domanda – ha specificato Norsa – ma anche il costo dell’energia, della logistica e i problemi e le opportunità legati alla transizione ecologica”.
Per quanto riguarda le costruzioni Ruggero Brunori, amministratore delegato di Ferriera Valsabbia ha spiegato: “Ritengo che il trend sicuramente resterà positivo anche per l’anno prossimo, perché ci sono esigenze di raggiungere un livello diverso di efficienza infrastrutturale, in Italia e in Europa”. “La transizione ecologica e il rinnovamento delle fonti di energia – ha aggiunto – saranno centrali per il prossimo futuro, ma lo saranno anche il tema infrastrutturale e della logistica. Ritengo quindi che il settore del tondo per cemento armato resterà protagonista anche per i prossimi anni”.
Anche secondo Carlo Berardi, direttore operativo di Colombo Costruzioni, nei prossimi anni, “ci sarà una fase di forte crescita in Italia per le costruzioni: è in atto una ripresa del privato; le infrastrutture hanno bisogno di essere rimodernate e il Pnrr darà un ulteriore boost da qui al 2026”. In questa fase, però, “l’aumento del prezzo delle materie prime, per noi che lavoriamo esclusivamente conto terzi, è stata una criticità non da poco. Le offerte sono a prezzo chiuso. Alcuni clienti hanno capito la situazione e sono stati lungimiranti, aiutandoci”.
Quanto al 2022, secondo Tommaso Sandrini, amministratore delegato di San Polo Lamiere, “dobbiamo dimenticare la condizione degli anni passati, perché su interi comparti, non solo l’automotive, si nutrono dubbi sui consumi, mentre sistemi di controllo come la Salvaguardia stanno esacerbando i problemi logistici. I produttori europei sono tornati su livelli importanti, ma un quadro logistico fuori controllo, anche a causa dei costi e dell’affidabilità del processo, con navi che restano fuori dai porti, innesca fenomeni per i quali i centri servizio sono penalizzati”.
“La nostra capacità di garantire qualità stabile, logistica e tempi di consegna affidabili ci hanno permesso di raggiungere la stabilità dei volumi di materia prima che forniamo ai produttori siderurgici italiani. Ma a loro vorremmo ora chiedere un supporto: sul fronte degli imballaggi è in atto una grande battaglia che orbita attorno al tema della sostenibilità. Sebbene l’acciaio sia riciclabile, il barattolo fuso per ora non crea altro barattolo. Sarebbe di grande aiuto che anche gli acciai piani sottili potessero essere prodotti da forno elettrico, magari con tecnologie sempre più pulite. Questo potrebbe orientare sempre più gli utilizzatori di imballi a decidere di optare per l’acciaio anziché per alternative come le plastiche” ha concluso Federico Fusari, direttore del Consorzio Ricrea.