Il 2022 si annuncia un anno promettente sia a livello macroeconomico sia per il settore siderurgico. Tuttavia, non mancheranno alcuni elementi di incertezza derivanti dalle dinamiche pandemiche, dal caro energia e dal costo delle materie prime.
Queste le prospettive presentate da Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, durante il webinar ‘Mercato & Dintorni’ con cui Siderweb – La community dell’acciaio ogni mese fotografa la congiuntura siderurgica nazionale e internazionale.
“Le previsioni – spiega Ferrari – mostrano che nel 2022 ci sarà un incremento sia nella produzione sia nei consumi di acciaio, rispetto al 2021. L’output mondiale, secondo il MEPS, dovrebbe crescere nonostante il rallentamento di oltre il 3% della Cina, controbilanciato della crescita del resto del mondo”. Anche il consumo apparente di acciaio (che misura la domanda, comprendendo il ciclo delle scorte) si prospetta in crescita: “Nel mondo aumenterà del 2,2% (Cina -1%), mentre in Europa il ritmo sarà superiore al 4%, con una domanda apparente che toccherà i 153 milioni di tonnellate (+1 milione di tonnellate rispetto al 2018)”.
“Nel complesso il 2022 si preannuncia un anno molto incoraggiante – ha proseguito Ferrari – ma con quattro fattori di rischio. L’evoluzione pandemica, le interruzioni della supply chain, il caro-energia e l’inflazione sono gli elementi da monitorare e che potrebbero essere cause di un rallentamento del recupero in corso”.
A tracciare un quadro delle dinamiche di mercato interviene Achille Fornasini, Partner & Chief Analyst siderweb: “Le criticità principali con le quali la siderurgia dovrà confrontarsi saranno legate alla pandemia, ai problemi logistici e, soprattutto, ai rincari dell’energia”. Per l’acciaio nazionale “dopo i cali compresi tra il 20% ed il 25% avvenuti nella seconda parte del 2021, i prodotti piani sono attesi ad una stabilizzazione delle quotazioni, anche se non si escludono ulteriori contenuti scivolamenti. Il rottame, invece, si mostra vivace e lascia intravedere un recupero imminente delle quotazioni”.
Durante l’evento è intervenuto anche Alessandro Banzato, presidente di Federacciai e Acciaierie Venete, che alla fine di dicembre 2021 ha chiesto un tavolo di confronto al premier Mario Draghi e un intervento del governo per supportare i settori energivori: “Le nostre proposte sono allineate a quelle di Confindustria e delle altre associazioni di energivori. Chiediamo la ripresa dell’estrazione del gas dai pozzi italiani e, nel breve, un gas release a un prezzo compatibile alle esigenze delle imprese energivore. Inoltre, chiediamo al governo di farsi parte dirigente a livello europeo per una rivisitazione dei temi energetici dell’Ue”.
Relativamente al mercato dell’acciaio, il presidente di Federacciai ritiene che “i prezzi debbano stabilizzarsi su quotazioni in linea con punti di equilibrio dati da ordini e andamento della produzione”.