Landini (Cgil): Più attenzione all’industria

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Industria, cittadini, sistema politico. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, nell’intervista rilasciata al ‘Corriere della sera’ rivela le sue idee riguardanti la “rottura fra mondo del lavoro e rappresentanza politica”. Si tratta di un vero e proprio grido di allarme supportato da alcuni dati emersi da un sondaggio della Cgil: “Il 60% degli italiani pensa che la politica sia importante, ma non si sente rappresentato nel quadro attuale. È un problema molto serio”. Le riforme da realizzare sono urgenti “e noi chiediamo che il sindacato sia coinvolto prima di decidere”, la sottolineatura del leader della Cgil.

Landini parla poi di ‘democrazia’ osservando come – nel mondo politico attuale – ci sia la necessità, da parte del sindacato di guadagnare un maggiore spazio di rappresentanza, nonché per i “delegati eletti sui luoghi di lavoro e alle Camere del lavoro nei territori”. Landini, poi, denuncia “l’assenza di politica industriale da anni. Manca un’azione del governo e delle politiche pubbliche, anche sugli investimenti” in riferimento al settore dell’automotive. Nella pianificazione ideale di Landini è tutto chiaro: “Stellantis i sindacati e le imprese della filiera devono parlarsi per costruire un sistema che oggi non c’è”.

Il leader della Cigl conclude con un appello in riferimento alla perenne precarietà del lavoratori. L’esigenza è quella di fornire loro una “stabilità” soprattutto “aumentando i salari, che sono tra i più bassi in Europa”, così da incrementare il potere di acquisto dei cittadini. “Cancelliamo forme contrattuali assurde come il lavoro a chiamata, intermittente, i tirocini extra-curriculari, definendo un unico contratto di inserimento al lavoro”, l’auspicio rivolto a governo e imprenditori da parte di Landini.

 

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