Alla crisi sanitaria in attenuazione si è sovrapposto il conflitto tra Russia e Ucraina che ha aumentato l’incertezza e accentuato fortemente le tensioni nei mercati delle materie prime.
Secondo una nota dell’Istat, a febbraio, i segnali provenienti dal mercato del lavoro sono rimasti positivi con un aumento dell’occupazione e una flessione della disoccupazione e dell’inattività. Tuttavia, le attese delle imprese sull’andamento dell’occupazione iniziano a presentare segnali meno favorevoli.
A marzo, è proseguita la fase di aumento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA (+7,0% in termini tendenziali) ma il differenziale inflazionistico con l’area euro è tornato negativo come effetto dell’ampliamento del gap relativo ai beni industriali non energetici e ai servizi.
L’impatto della guerra sull’economia italiana rimane di difficile misurazione e si innesta all’interno di una fase del ciclo caratterizzata da una crescita di alcuni settori economici, degli investimenti e del mercato del lavoro. Nonostante l’accelerazione dell’inflazione, l’attuale tasso di investimento, tornato ai livelli del 2008, e l’ancora elevata propensione al risparmio potrebbero rappresentare punti di forza per lo sviluppo dell’economia nei prossimi mesi.
13 Aprile 2022