Le associazioni delle industrie dell’acqua strutturano la loro cooperazione, per dare voce ai diversi protagonisti del settore e delle sue filiere soprattutto più voce in sede negoziale. A Bruxelles si sono per la prima volta riunite Pneurop, Europump e Ceir, i produttori di depuratori, quelli di pompe idrauliche e i quelli di valvole e rubinetti di cui fa parte anche AVR, la principale associazione italiana di categoria del settore.
La riunione congiunta avrebbe dovuto avere luogo già almeno due anni fa, ma la pandemia ha reso impossibile l’incontro fisico e il confronto tra le diverse realtà si è tenuto fin qui solo in formato di videoconferenza. L’Assemblea generale del Ceir del 10 maggio, che ha eletto Nurdan Yucel come nuova presidente, è stata quindi l’occasione per riunire di persona attorno al tavolo le tre sigle.
Una prima assoluta condita dalla presenza di rappresentanti delle istituzioni comunitarie. Con l’europarlamentare del Ppe, Maria da Graça Carvalho, menbro della commissione Industria, e Tom van Ierland, responsabile per la riduzione delle emissioni nella direzione generale Clima della Commissione europea, le diverse realtà industriali hanno discusso sfide e prospettive di un comparto considerato sempre più strategico, da un punto di vista industriale e sostenibile. Pneurop, Europump e Ceir intendono svolgere un ruolo guida nelle transizioni verde e digitale che l’Unione europea si sta ponendo, e chiedono le condizioni perché tutto ciò possa accadere.
Elemento cruciale, per le imprese, la carenza di lavoratori specializzati. Questo è stato un tema sollevato nel corso del dibattito con i rappresentanti delle istituzioni comunitarie. Per poter garantire la produzione di qualità servono dipendenti che al momento risultano carenti, anche per via di un’insufficiente presenza femminile. Istruzione, formazione, politiche per l’occupazione e di pari opportunità su cui l’Ue può poco, poiché tutte materie ricadenti tra le competenze degli Stati membri. Da Bruxelles le associazioni europee iniziano dunque il lavoro di moral suasion sui governi nazionali, perché possono creare le condizioni che servono per produttori di depuratori, pompe idrauliche, valvole e rubinetti.
C’è poi la questione del sostegno alle imprese, dato che le pmi sono la spina dorsale dell’economia europea. Rappresentano il 99% di tutte le imprese nell’UE, e il settore non fa eccezione. I programmi dell’Ue non mancano, ma si pone la questione della concorrenza sleale, soprattutto cinese, e la necessità di puntellare il tessuto industriale in un contesto di forte incertezza.
La nuova vita delle associazioni delle industrie dell’acqua inizia dunque all’insegna di una collaborazione attiva capace di accrescere la voce del comparto e la rilevanza nel dialogo che l’Europa tiene con gli stakeholder ai fini del processo legislativo-regolatorio. L’inizio di un nuovo percorso che non intende esaurirsi nella riunione congiunta di Bruxelles.