Le sfide del comparto della distribuzione e le previsioni a breve e medio termine per il settore siderurgico. Di questo si è parlato nell’ultimo webinar di siderweb – La community dell’acciaio, dal titolo MERCATO & DINTORNI.
Secondo Eurofer, l’associazione dei produttori siderurgici europei – si legge nel comunicato stampa siderweb – nel 2022 il Pil dell’Ue crescerà del 2,7% e quello dell’Italia del 2,4%. «Una recessione al momento è scongiurata, ma l’inflazione, che è un fattore di potenziale distruzione della domanda, è destinata a rimanere su livelli elevati almeno fino a fine anno» ha detto Alessandro Sciamarelli, Director Market Analysis & Economic Studies di Eurofer. «Oggi gli ordini dei settori utilizzatori di acciaio restano a livelli elevati, ma per i problemi delle catene di fornitura e l’aumento dei costi di produzione le imprese fanno fatica a soddisfarli. Fattori, questi, che continueranno almeno fino a fine anno» ha spiegato l’analista.
Per il 2022, Eurofer prevede che l’output delle costruzioni crescerà in Ue del 2,3% (-4,2% nel 2020), dell’automotive del 4,9% (-16,7%), della meccanica dell’1,3% (-8,3%), dei settori utilizzatori nel loro complesso del 2% (-8,4%); gli elettrodomestici, invece, perderanno il 3,3% (-2,1%).
Il consumo apparente* nell’Ue, sempre secondo Eurofer, ha perso il 5,2% nel 2019 e il 10,7% nel 2020. Nel 2021 ha recuperato il 15,2% ma nel 2022 tornerà a calare dell’1,9%, «la terza recessione nell’arco degli ultimi 4 anni» per «il forte decumulo delle scorte che stiamo osservando e per lo scenario estremamente sfavorevole per l’industria nel suo insieme». La domanda reale nel 2022 invece aumenterà dell’1,8%.
PAROLA AGLI OPERATORI
Quanto alle prospettive di lungo termine, secondo Francesco Manni, presidente di Manni Group, il settore della distribuzione dovrebbe evolvere in due direzioni: «Un profondo processo di informatizzazione di tutte le procedure. È difficile immaginare l’avvento sul mercato di tecnologie di movimentazione, stoccaggio e lavorazione che possano essere stravolgenti rispetto all’attuale. L’ultima vera rivoluzione è stata l’avvento del laser, che ha reso i tubi molto più facilmente utilizzabili da parte dei costruttori e ha determinato un aumento del loro consumo rispetto a profili aperti, travi e laminati mercantili». Distribuzione che è ancora «in una fase primitiva dell’informatizzazione, che potrebbe quindi consentire passi in avanti rilevanti». Altro tema da affrontare sarebbe «il cronico disordine che regna sul mercato italiano, dove c’è una frammentazione eccessiva degli operatori».
«Un commerciante di acciaio oggi può e in certi casi deve concentrarsi sulla vendita, dedicarsi ad ampliare e migliorare il servizio alla clientela piuttosto che rincorrere occasioni di acquisto – ha detto Stefano D’Aprile, direttore generale di Commerciale Siderurgica Bresciana -. L’acquisto è sì importante, ma il valore del distributore si misura sulla vendita. Molti, come già abbiamo fatto noi, si stanno spostando sull’automatizzazione dei magazzini. Credo che ciò sia un sintomo di maturità del settore, nell’accezione di inizio di un nuovo ciclo. Noto che i commercianti, rispetto al passato, sono molto più concentrati a sviluppare e a far funzionare al meglio il proprio modello di business, anziché proporsi al di fuori del proprio bacino». In questa dinamica, secondo D’Aprile, anche la razionalizzazione dei produttori siderurgici ha permesso di avere un sistema meno confuso e che si sta «avvicinando sempre di più al modello europeo».
* Il consumo apparente corrisponde alle consegne delle acciaierie cui va sommato l’import e sottratto l’export. È cioè la quantità di acciaio che rimane su una data area geografica.