Entrata in vigore circa un anno e mezzo fa, la procedura di composizione negoziata, che punta ad anticipare l’emersione della crisi d’impresa, inizia a dare segnali positivi.Nonostante le richieste di accesso siano ancora poche e la percentuale di successi limitata, negli ultimi mesi c’è stato un forte incremento delle istanze e si sono fortemente ridotte le domande archiviate o rifiutate.
“I dati dell’Osservatorio semestrale di Unioncamere rivelano un cambio di passo nel ricorso al percorso volontario ed extragiudiziale. In 18 mesi sono state presentate 767 istanze – sottolinea Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – ma nell’ultimo semestre c’è stato un aumento di oltre il 61%. Inoltre, nello stesso periodo gli esiti positivi sono passati da 3 a 39”.
Importante è anche la semplificazione dell’iter. Il Dl 13/2023 ha permesso di sostituire i certificati relativi ai debiti tributari, contributivi e ai premi assicurativi con una dichiarazione che attesta la richiesta della documentazione. A chiedere l’accesso alla procedura sono soprattutto Srl con pochi dipendenti e un fatturato inferiore ai dieci milioni di euro. Il 69% delle istanze proviene da Srl, il 59% ha, inoltre, meno di nove dipendenti e oltre l’86% meno di 49.
“Ruolo cardine nella procedura è ricoperta dall’esperto. Ad oggi gli iscritti agli elenchi sono 3.675, ma a causa del basso numero di istanze – prosegue Buselli – il 91% è privo di incarichi”.
L’80,6% degli esperti proviene dalle fila degli iscritti all’ordine dei commercialisti, il 18% da quelle degli avvocati mentre sono ancora molto pochi i consulenti del lavoro (0,3%).