Superbonus, tre vie per facilitare lo sblocco dei crediti

Il governo deve scegliere gli interventi normativi, ma solo dopo la nota di aggiornamento al Def

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Nuovi interventi normativi in vista per il Superbonus, con le imprese che non riescono a sbloccare i crediti fiscali ‘incagliati’. Non c’è ancora nulla di definitivo, ma sono tre le ipotesi possibili per i prossimi mesi: concessione della garanzia SACE per sbloccare i crediti, proroga al 31 dicembre 2023 per gli immobili unifamiliari che al 30 settembre 2022 avevano completato il 30% dei lavori complessivi o una moratoria sulla regolarità contributiva delle imprese.
“La prima ipotesi è la più interessante ma è difficilmente fattibile, perché richiede il via libera della Commissione europea per non contrastare con la normativa in tema di aiuti di Stato. Un iter complicato e soprattutto lento – spiega Rosa Santoriello, consigliere d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili -Se un’impresa cede il credito fiscale ad un’altra impresa, e questa chiede un finanziamento alla banca per ottenere liquidità, il credito fiscale sarebbe contro-garantito da SACE. Questa misura, però, può essere realizzata solo se i volumi di crediti acquistati siano ingenti”.
La seconda ipotesi, quella della proroga, non vale per tutti. “L’estensione di tre mesi vale solo per gli immobili unifamiliari con lavori già ben avviati, mentre per i condomini la scadenza resta ferma al 31 dicembre – conclude Santoriello Al momento, per il governo, è difficile stabilire quale delle tre ipotesi sia più vantaggiosa. Tutto dipende dalle risorse disponibili, che potranno essere verificate solo con la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza”.