Proteggere l’ozono con macchine refrigeranti ‘verdi’. Anche per il gelato

L’Ue sta sviluppando diversi progetti

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Dalle macchine per i gelati ai sistemi di refrigerazione per il commercio. Di fronte al rischio di espansione del buco dell’ozono determinato dalle attività umane nella vita di tutti i giorni, l’Unione Europea sta finanziando una serie di progetti con l’obiettivo di proteggere lo strato di ozono necessario per la vita sulla Terra. Uno scudo di gas delicato ma essenziale contro l’esposizione alle radiazioni ultraviolette (Uv) del sole, che deve essere salvaguardato da sostanze nocive – note come gas F – contenute in diverse apparecchiature.

È per questo motivo che il programma Life, lo strumento finanziario dell’Ue per l’ambiente e l’azione per il clima, finanzia diversi progetti che mirano a ridurre le emissioni di sostanze nocive. Come Life Icegreen, progetto sviluppato con il leader nel settore delle macchine per gelati e sorbetti Nemox per cercare soluzioni migliori per produrre macchine refrigeranti per il gelato. Attualmente la maggior parte delle apparecchiature utilizza refrigeranti agli idrofluorocarburi (Hfc) che, una volta rilasciati nell’atmosfera, hanno un potenziale di riscaldamento globale sostanziale, pari a quasi l’8% delle emissioni globali di gas serra. Il progetto ha dimostrato con successo la sicurezza e la fattibilità tecnica e commerciale di nuove macchine che utilizzano il gas propano come refrigerante, riducendo le emissioni di gas serra del 99,95% e mantenendo un modello di business competitivo per i produttori di gelati.

I refrigeranti agli idrofluorocarburi non sono presenti solo in questo tipo specifico di apparecchiature, ma più in generale nel sistema commerciale di refrigerazione degli alimenti. Di qui l’ambizione del progetto Life C4R di rivoluzionare il settore con soluzioni più verdi, dimostrando la possibilità di sostituire gli Hfc con l’anidride carbonica nei sistemi di refrigerazione commerciali. “Le tecnologie Life C4R sono oggi percepite come le soluzioni più sostenibili, vantaggiose ed economiche del settore”, spiega il coordinatore Francesco Mastapasqua, illustrando il progetto alla Direzione generale per l’Azione per il clima (Dg Clima) della Commissione Europea. I progetti pilota in più Paesi Ue dovrebbero aprire la strada a un’ampia adozione di questa tecnologia innovativa e più rispettosa dell’ambiente, che contemporaneamente ha il potenziale di ridurre le emissioni di gas serra che danneggiano l’ozono e di migliorare l’efficienza energetica delle apparecchiature.