Case green, la direttiva apre al settore gas

Assotermica: “Ue riconosce approccio multi-tecnologico”

ALBERTO MONTANINI

Dopo mesi di discussioni, la Commissione Itre (Industria, Ricerca ed Energia) del Parlamento europeo ha votato e approvato il testo finale della Direttiva EPBD, la cosiddetta direttiva ‘Case green’. Rispetto ai termini inizialmente previsti, che avevano suscitato pareri critici da parte di molti paesi europei (primo tra tutti l’Italia), la revisione della direttiva ha ammorbidito le richieste, tracciando un quadro di riferimento della transizione sostenibile che, pur chiedendo un importante percorso di rinnovamento sul patrimonio edilizio (e impiantistico) esistente, indica scadenze e strumenti più sostenibili e pragmatici, facendo leva sulla pluralità tecnologica.

L’orizzonte del phase-out dei combustibili fossili dai sistemi di riscaldamento è stato spostato al 2040, anno in cui presumibilmente vettori rinnovabili, come biometano o idrogeno verde (oltre a syngas, bio-GPL ed altri), potranno essere disponibili su scala più ampia rispetto al presente nelle reti di distribuzione.

In questo cambiamento di scenario energetico e tecnologico, anche gli apparecchi ibridi (pompa di calore di potenza ridotta in accoppiamento “factory made” con una caldaia a condensazione omologata per miscele di green gas) e le pompe di calore a gas potranno giocare un ruolo centrale, grazie alla loro integrabilità nel contesto tipico del parco edilizio italiano. Un’altra tecnologia importante, da questo punto di vista, è rappresentata dall’abbinamento di caldaie a gas e sistemi solari termici.

“L’accordo raggiunto in Parlamento europeodice il presidente di Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici federata Anima Confindustria) Alberto Montanini  è motivo di soddisfazione per il nostro comparto industriale. L’apertura a un approccio multi-tecnologico (oltre che multienergetico e multitarget), che prevede la coesistenza di una pluralità di tecnologie efficienti, rende più agevole il percorso verso l’ambizioso obiettivo di un’edilizia e di un’impiantistica green, rispetto a quanto prospettato in precedenza. Se in un primo momento si era prefigurata l’ipotesi di mettere al bando le caldaie a gas (anche quelle omologate per funzionare con miscele di gas rinnovabili), la revisione della direttiva dimostra che sia stato pienamente riconosciuto il ruolo che i combustibili green, usati dalle caldaie e più in generale dagli apparecchi green gas ready, giocheranno nella transizione che, come dice la parola stessa, è un momento di trasformazione e non di rottura con il passato”.

Il quadro della nuova direttiva è reso più flessibile e concreto anche dall’attribuzione di un obiettivo nazionale cumulativo, e non vincolante per singolo edificio: in altre parole ogni paese potrà modulare obblighi (e incentivi) sulla totalità del proprio parco edilizio, prioritizzando gli sforzi sugli edifici o i distretti più facilmente ammodernabili.

“Come rappresentanti del settore – conclude il presidente di Montanini – è importante ribadire che, per realizzare gli obiettivi europei e perseguire così la causa della transizione sostenibile, si rende ancora più necessario un nuovo piano di incentivi a sostegno dell’industria, che consenta alle imprese di tenere il passo con l’agenda dettata a livello europeo. Ora più che mai, anche in vista della prossima revisione generale dei bonus nel 2025, ci auguriamo che le istituzioni siano sensibili al proseguimento di questa misura e all’introduzione di nuovi piani di sostegno, che possano tradursi in una concreta accelerazione della sostituzione qualificata dei generatori e degli impianti”.