Oggi il contante è considerato il mezzo di pagamento preferito per il riciclaggio di capitali e il finanziamento del terrorismo. Un fattore di rischio a cui gli Stati devono prestare particolare attenzione e per il quale sono necessarie misure di controllo aggiuntive. Delle linee di indirizzo vengono offerte dalla Relazione che la Commissione Ue ha presentato al Parlamento e al Consiglio sulle restrizioni ai pagamenti in contanti. Per contrastare il fenomeno, la Commissione Ue ha invitato gli Stati a limitare i pagamenti in contanti per importi elevati.
“A livello europeo, la Quarta Direttiva Antiriciclaggio non vieta l’uso del contante – spiega Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – ma impone obblighi di adeguata verifica, registrazione e segnalazione per i pagamenti in contanti pari o superiori a 10.000 euro e lascia agli Stati membri la possibilità di adottare misure più rigorose. In Italia, l’Unità di informazione finanziaria è molto attenta all’utilizzo del contante e per arginare fenomeni di illegalità, ha introdotto diverse misure – prosegue Salvatore Baldino – come le comunicazioni oggettive che vengono inviare mensilmente da diverse categorie di entità finanziarie con lo scopo di monitorare le operazioni in contanti di importo pari o superiore a 10.000 euro”.
È però importante armonizzare le singole discipline nazionali degli Stati per evitare asimmetrie che potrebbero essere sfruttate per aggirare le normative nazionali. In questa direzione sembra andare la riforma del sistema antiriciclaggio europeo, avviata con la pubblicazione da parte della Commissione dall’Aml Package.