Con l’ordinanza n.15178 del 2024, la Corte di Cassazione fa retromarcia sul suo orientamento riguardante l’omessa comunicazione all’Enea relativa alla fine dei lavori di riqualificazione energetica, determinando che tale omissione comporta la perdita della detrazione.
“S’impone così maggiore attenzione alla tempistica della comunicazione per non perdere il diritto alle detrazioni fiscali. Tuttavia – sottolinea Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – avvalersi della remissione in bonis offre una via per sanare eventuali tardività, a patto di rispettare le condizioni e i termini stabiliti dalla normativa”.
Per evitare la decadenza della detrazione in caso di comunicazione tardiva, è possibile utilizzare lo strumento della remissione in bonis previsto dall’art.2, comma 1 del D.L. n.16/2012.
“Lo strumento consente di conservare il diritto alla detrazione se la comunicazione all’Enea viene effettuata entro i termini di presentazione della prima dichiarazione utile accompagnata dal pagamento di una sanzione minima di 250 euro. È importante – aggiunge Baldino – che il versamento della sanzione non utilizzi crediti fiscali in compensazione e la violazione non sia stata ancora rilevata, né siano state iniziate verifiche o accertamenti”.
Vi sono due interpretazioni del termine per la remissione in bonis. La prima è restrittiva: se il termine di 90 giorni dalla fine dei lavori scade, ad esempio, il 1° ottobre 2024, il contribuente ha solo 14 giorni per regolarizzare. La seconda è alternativa e potrebbe riferirsi alla dichiarazione dei redditi in cui deve essere indicata la prima quota di detrazione.