
6 Marzo 2025
Dopo un 2023 caratterizzato da andamenti altalenanti della produzione industriale, nel corso del 2024 l’attività nel nostro Paese è risultata in grande sofferenza: nell’ultimo trimestre dell’anno passato i volumi di produzione sono diminuiti dell’1,2% (trim./trim.), mentre rispetto all’analogo periodo del 2023 la contrazione è stata del 2,2%.
Il settore metalmeccanico sta attraversando una situazione più critica, in quanto il risultato congiunturale in tutti i trimestri dell’anno non solo è stato negativo, ma anche costantemente intorno al -2%. Nel confronto con l’anno precedente, dopo i cali tendenziali tra il 3% e il 4% osservati nei primi tre trimestri, nel quarto la contrazione è stata molto più marcata (-5,6%). Complessivamente nel 2024, i livelli di produzione metalmeccanica sono diminuiti mediamente del 4,2% rispetto all’anno precedente, un risultato di gran lunga peggiore di quello registrato per l’intero comparto industriale (-2,5%).
Le dinamiche produttive sono state disomogenee nei diversi comparti e questo anche perché il settore metalmeccanico è fortemente eterogeneo al suo interno. A condizionare l’attività produttiva metalmeccanica del 2024 è stata, in particolar modo, l’evoluzione negativa della produzione di Autoveicoli e rimorchi con volumi trimestrali in significativa contrazione. Al peggioramento hanno altresì contribuito i comparti della Metallurgia, dei Prodotti in metallo e, in misura più contenuta, anche quello delle Macchine e apparecchi meccanici.
Nell’Unione europea l’attività metalmeccanica continua ad essere in forte sofferenza: i volumi di produzione sono diminuiti del 5,6% rispetto al 2023 (fonte Eurostat), pur evidenziando dinamiche congiunturali in attenuazione nei singoli trimestri. Nel 2024 la produzione settoriale in Germania è diminuita del 7,3% rispetto al 2023; in Spagna, invece, è rimasta sostanzialmente stabile (+0,1%); mentre in Francia è diminuita del 3,8%.
In uno scenario globale sempre più complesso, anche l’export del nostro Paese peggiora. Le esportazioni metalmeccaniche, nel 2024, pari a circa 277 miliardi di euro, hanno chiuso l’anno con una diminuzione in valore del 3,8% rispetto all’anno precedente, risultato molto più marcato della flessione dell’export totale nazionale (-0,4%). Le importazioni sono mediamente diminuite del 2,9% e l’avanzo commerciale è così risultato pari a 49,4 miliardi di euro. I risultati trimestrali dell’export metalmeccanico, nel 2024, permangono negativi e in peggioramento in corso d’anno: se nel primo trimestre il calo tendenziale è stato del 2,3% nei successivi si è andato ampliando con una caduta di oltre il 4%.
Con riferimento alle aree di destinazione, nel 2024 le esportazioni verso l’Unione Europea sono diminuite del 4,6% su base annua e il calo, pur avendo interessato tutti i nostri principali partner commerciali, è stato determinato in particolar modo dal crollo registrato sul mercato tedesco (-10,4% rispetto al 2023). Più contenuta è stata la contrazione dei flussi indirizzati verso i mercati esterni all’area Ue (-2,9%) legata in particolare al mercato statunitense (-11,4%).
Con riferimento ai risultati dell’indagine trimestrale, occorre sottolineare che questa si è conclusa a fine gennaio e pertanto gli esiti non considerano pienamente i recenti accadimenti internazionali: in particolare, le dichiarazioni dell’amministrazione statunitense sui dazi all’UE e le crescenti tensioni geopolitiche che potrebbero condizionare, in misura più o meno significativa, il sistema economico/finanziario globale.
Dai risultati dell’indagine trimestrale emerge un’attenuazione dell’evoluzione negativa che ha caratterizzato la congiuntura settoriale per gran parte del 2024 e le prospettive a breve sono all’insegna di una sostanziale stabilità per la maggior parte delle imprese intervistate.
Inoltre, i dati INPS mostrano un incremento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG): +33,2% nel 2024 rispetto al 2023.
Le ore autorizzate di CIG ordinaria sono aumentate del 68,4% , mentre quelle di CIG straordinaria sono diminuite dell’8,1%.
Il presidente di Federmeccanica Federico Visentin (nella foto) ha commentato: “Si è chiuso un anno durissimo che lascia un segno meno molto pesante e il 2025 si è aperto con segnali molto preoccupanti. La tenuta del nostro sistema industriale è a forte rischio, sia per criticità strutturali, sia per possibili sconvolgimenti degli equilibri globali che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Serve senso di responsabilità di tutti gli attori per affrontare una fase che potrebbe essere senza precedenti. L’Europa e i singoli Paesi devono sviluppare politiche industriali efficaci e coordinate. Le Parti Sociali sono chiamate a mettere in campo azioni che incidano positivamente sulla competitività delle imprese. La competitività del Sistema Paese è la priorità, ora come non mai. Le nostre proposte vanno in questa direzione anche dando risposte importanti alle persone. Lo diciamo sempre e lo ripetiamo: la convergenza tra sostenibilità e competitività va ricercata ad ogni livello. La proposta che abbiamo fatto al Sindacato per il rinnovo del CCNL in chiave ESG possiede queste caratteristiche, contenendo elementi che hanno un valore sociale ed economico per i dipendenti e che possono avere anche un effetto positivo sulla competitività delle imprese. Su queste basi siamo stati e saremo aperti al confronto”.