“Si può dire che stiamo producendo a caro prezzo. Infatti, ancora una volta i dati della nostra indagine congiunturale evidenziano una situazione che sembra essere diventata strutturale, una nuova normalità nella quale i costi sostenuti dalle imprese si sono assestati su un livello di circa 20 punti percentuali superiori a quelli che venivano sostenuti nella fase antecedente ai grandi stravolgimenti iniziati con la pandemia e poi proseguiti con la guerra e le altre dinamiche del commercio mondiale”. Lo ha detto il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, in occasione delle presentazione della 166esima edizione dell’indagine congiunturale sull’industria metalmeccanica-meccatronica italiana. “Niente sarà più come prima”, ha aggiunto, spiegando che “la contrazione dei margini che le nostre aziende stanno vivendo da tanto, troppo tempo non può che ripercuotersi sulle prospettive delle nostre imprese”.
I cali di produzione registrati dall’industria nel suo complesso nella seconda parte del 2022, infatti, stanno avendo ripercussioni anche in questa prima parte del 2023, evidenziando un rallentamento della produzione che risulta diffuso a quasi tutti i settori industriali. Nei primi tre mesi dell’anno in corso, a fronte dei risultati negativi fatti registrare dall’intero comparto industriale, nel settore metalmeccanico l’attività produttiva, seppure con segno positivo nel confronto tendenziale, risulta in attenuazione per quanto riguarda la dinamica congiunturale. Nel primo trimestre del 2023 la produzione metalmeccanica evidenzia un incremento del 2,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, ma si conferma sugli stessi livelli dell’ultimo trimestre del 2022 quando la variazione congiunturale era contenuta in un +0,2%.
“È necessario – ha detto Franchi – tener conto di questo scenario per definire in maniera consapevole e responsabile le azioni da intraprendere ad ogni livello. Si tratta di fattori determinanti per le aziende del nostro settore, che già stanno impattando negativamente sulla competitività dell’Italia nel confronto con le dinamiche dei Paesi a noi vicini come Germania, Francia e Spagna. Invertire la rotta diventa determinante per intraprendere un percorso di crescita. Ognuno deve fare la sua parte. Noi come sempre lo faremo”.
Nel confronto europeo, nel periodo gennaio-marzo 2023, la produzione metalmeccanica nel nostro Paese si colloca su livelli inferiori rispetto ai principali paesi della Ue, in termini sia tendenziali sia congiunturali. Con riferimento all’interscambio commerciale del settore, sempre nel primo trimestre dell’anno in corso, le esportazioni sono aumentate del 7,8%, nel confronto con l’analogo trimestre del 2022, e le importazioni in misura più contenuta e pari al 4,4% determinando un saldo attivo di poco più di 10 mld di euro. Occorre sottolineare che gli incrementi dell’interscambio in valore sono stati influenzati dalla crescita dei valori medi unitari. Nel periodo, tuttavia, la dinamica delle quote di fatturato destinate ai mercati esteri, pur confermandosi positiva, ha evidenziato un significativo rallentamento rispetto a quanto rilevato negli ultimi tre mesi dello scorso anno.