L’ammodernamento o l’adeguamento precoce degli impianti di lavorazione del ferro e dell’acciaio a livello mondiale potrebbe ridurre le emissioni di carbonio fino a 70 gigatonnellate entro il 2050, pari a circa due anni di emissioni nette globali di carbonio. E’ quanto emerge da uno studio dell’Ucl, pubblicato sulla rivista Nature. I ricercatori hanno scoperto che se tutte le unità di lavorazione attualmente in funzione venissero aggiornate per incorporare tecnologie a basse emissioni al momento previsto per la loro ristrutturazione, le emissioni totali del settore siderurgico potrebbero essere ridotte di 58,7 gigatonnellate tra il 2020 e il 2050, ma se tutte le ristrutturazioni e gli aggiornamenti venissero anticipati e completati con cinque anni di anticipo, il risparmio totale di carbonio sarebbe del 16% in più, con 69,6 gigatonnellate.
Per sviluppare questo programma, il team ha creato un database completo di 19.678 singole unità di lavorazione situate in 4.883 impianti siderurgici in tutto il mondo. La produzione di ferro e acciaio contribuisce per circa il 7% alle emissioni totali di carbonio a livello globale. Dalla ricerca emerge che nel 2019, l’ultimo anno di cui sono disponibili i dati, il 74,5% dell’acciaio mondiale era prodotto in impianti alimentati a carbone che rilasciano notevoli emissioni di carbonio. Esistono tecnologie per ridurre queste emissioni, ma gli aggiornamenti sono costosi e richiedono tempo, quindi di solito vengono effettuati solo alla fine della vita operativa di un’unità di lavorazione.
Complessivamente, il 43,2% degli impianti siderurgici globali è stato dotato di nuove tecnologie o ha migliorato in altro modo i propri processi per prolungarne la durata operativa. La frequenza degli adeguamenti dipende dalla tecnica utilizzata e dall’età degli impianti, ma in genere si verificano dopo 15-27 anni di uso. Ma il team sottolinea anche che gli sforzi di mitigazione dovranno avvenire a livello di singoli impianti e che la decarbonizzazione dell’intera industria siderurgica dipende dagli sforzi intrapresi da ogni singolo stabilimento. A causa della complessità e della varietà dei metodi coinvolti nella produzione di acciaio in tutto il mondo, non esiste una tecnologia o una soluzione di decarbonizzazione unica per l’intero settore e ogni unità di lavorazione dovrebbe essere aggiornata individualmente in base alle sue specifiche tecniche. I ricercatori sperano che questi dati possano essere utilizzati per individuare modi migliori per aggiornare gli impianti siderurgici obsoleti con tecnologie di riduzione delle emissioni, al fine di raggiungere più rapidamente le emissioni nette di carbonio pari a zero.
Il database rivela altri aspetti dell’industria siderurgica. Regioni geograficamente diverse tendono a utilizzare tecnologie e tecniche differenti. Alcuni degli impianti di produzione a carbone a maggiore intensità di carbonio sono concentrati in Cina, Giappone e India, mentre gli impianti del Medio Oriente e del Nord America. I primi cinque impianti siderurgici che emettono carbonio contribuiscono al 7% delle emissioni totali di CO2 dell’industria siderurgica mondiale, ma rappresentano solo lo 0,1% dei 4.883 impianti totali. Sono Anshan Iron & Steel (Cina), Posco – Pohang Iron & Steel (Corea del Sud), Shanghai Baosteel (Cina), Jiangsu Shagang (Cina), Maanshan Iron & Steel Group (Cina). I ricercatori affermano che l’adeguamento di questi impianti per ridurre le emissioni di carbonio dimostrerebbe la fattibilità per altri impianti simili.