Lieve calo del fatturato e portafoglio ordini in peggioramento. È il quadro di un’industria meccanica in sofferenza quello che emerge dal sondaggio periodico diffuso da Anima Confindustria tra le mille aziende associate. In linea con la tendenza già evidenziata prima dell’estate, per il secondo semestre del 2024 l’andamento negativo della manifattura sembra non dare segni di miglioramento, con il 37,5% delle aziende associate ad Anima che vede una diminuzione delle vendite. Per un’azienda su cinque, il calo del fatturato supererà il 5% rispetto al secondo semestre dello scorso anno. Meno di un’impresa su tre riesce a crescere nella seconda metà dell’anno.
Uno scenario che si riflette nei dati relativi al portafoglio ordini. Secondo il sondaggio, nel corso del secondo semestre 2024 meno di un terzo delle aziende prevede ordinativi in crescita, mentre il 45% delle imprese meccaniche registra una contrazione degli ordinativi rispetto al secondo semestre 2023.
“A pesare sull’attività delle imprese è il generale rallentamento che ormai da tempo sta interessando l’economia globale, soprattutto nei termini della forte incertezza che blocca gli investimenti”, commenta il presidente di Anima, Pietro Almici. “Incidono però anche le criticità dovute ai conflitti internazionali e alla frenata di economie importanti per il mercato italiano, come la Germania. Una stagnazione, alimentata dai conflitti in corso, che sta dando ripercussioni sui mercati di molti Paesi europei, e che desta preoccupazione quando a rallentare è un settore fondamentale per l’economia italiana come l’industria meccanica rappresentata da Anima, che nel nostro Paese dà lavoro a 222.000 persone. Ci sono poi fattori di criticità endogeni – prosegue Almici – come la carenza di piani strutturali a livello nazionale a sostegno delle imprese, che lamentano anche una diffusa difficoltà nel reperire manodopera specializzata. La meccanica oggi necessita di un rafforzamento delle politiche industriali volte a sostenere le imprese, soprattutto quelle medio-piccole che costituiscono la gran parte del comparto. Per questo il nostro impegno ora è finalizzato ad accompagnare le imprese per sfruttare appieno le potenzialità del Piano Transizione 5.0 che, malgrado la complessità delle procedure e la ristretta tempistica, è la misura che può rinnovare la fiducia negli investimenti e aiutare le aziende a rafforzare la propria competitività e riprendere il trend di crescita”.