Nel corso di questo 2024 è la quarta volta che la Banca centrale europea, guidata da Christine Lagarde, decide di tagliare i tassi di interesse di 25 punti base, portando così il tasso sui depositi al 3% e segnando un ulteriore passo verso politiche monetarie più accomodanti.
Anche se il taglio rappresenta un segnale di forte sostegno all’economia dell’Eurozona, il valore è ancora distante dai livelli negativi del 2022.
“Secondo le proiezioni della Bce, anche nel prossimo anno potrebbero esserci almeno altri quattro tagli, con il primo previsto entro marzo. L’obiettivo Ue – spiega Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – è quello di portare i tassi al 2%, considerata la soglia di neutralità. Un orientamento che riflette la volontà di stimolare un’economia in crescita al di sotto delle aspettative e di consolidare la stabilità dei prezzi, con un’inflazione attesa attorno al 2% nel medio termine”.
La riduzione dei tassi ha un impatto diretto sul costo del denaro, rendendo più economici i mutui e i prestiti.
“Le banche, potendo ottenere liquidità a costi inferiori, possono offrire condizioni più vantaggiose ai clienti. Ad esempio, chi ha un mutuo a tasso variabile – prosegue Buselli – beneficerà di rate mensili più basse, con un risparmio stimato di circa 90 euro su base semestrale per un mutuo di 200 mila euro”.
Infine, il taglio dei tassi mira a incentivare investimenti e consumi. Le imprese potrebbero approfittare di condizioni più favorevoli per espandere le proprie attività, mentre i consumatori potrebbero riscoprire la fiducia nel mercato, rilanciando così la crescita economica.