Cogliere l’opportunità della tecnologia 4.0 per abbattere gli sprechi e ottimizzare i processi nelle reti idriche e gas. Una conversione non più rinviabile per le aziende, secondo Emilio Benati, amministratore delegato di Fast Spa, azienda di Scandiano che realizza sistemi di automazione e controllo per l’industria e per le utilities.
Biogas, acque reflue, rinnovabili, risparmio energetico: la svolta green delle aziende italiane ormai è inarrestabile…
La progressione verso un’economia sostenibile è irreversibile, però i risultati non possono già essere dati per scontati. Non è certo che tra 10 anni arriveremo agli obiettivi europei sull’abbattimento delle emissioni e sul riciclo. Si tratta di una trasformazione che ha un costo elevatissimo. Di competenze, di investimenti e incentivi. Sicuramente le istituzioni devono continuare a promuovere iniziative in tal senso e sarebbe di grande aiuto uno sforzo maggiore da parte dei Paesi più industrializzati.
Come immagina Fast Spa tra una decina di anni?
Con i nostri software e le RTU installate ci occupiamo di ridurre gli sprechi mediante il controllo delle reti e di ottimizzare i processi con il controllo di gestione. Nei prossimi anni accompagneremo con i nostri prodotti e servizi le utilities impegnate nella digitalizzazione delle reti, che diventeranno molto più smart, sorvegliate e sicure grazie a piani strategici e tattici elaborati in base alle zone. Per arrivare a ciò è fondamentale che tutti i punti della rete si possano parlare per trovare soluzioni in tempo reale. A sua volta, tale processo dovrà essere sostenuto da una massiccia elettrificazione e dalla IoT. Prevedo un balzo di queste tecnologie nei prossimi 10 anni. Nel settore del gas le innovazioni porteranno a una notevole riduzione di CO2 e di emissioni di metano. Per l’acqua si potranno abbattere le dispersioni negli acquedotti in pressione.
Quali mercati si possono aprire per Fast Spa?
L’idrogeno è la nuova frontiera. Al momento il tema è ammantato di superficialità e si tende più a considerarlo una terra di conquista che un punto di arrivo per la sostenibilità. A volte se ne parla senza cognizione di causa. La transizione sull’idrogeno sarà molto lunga. Per vari problemi, sia tecnologici sia di equilibrio economico.
Quanto può incidere il Piano di Transizione 4.0 (ex Industria 4.0) portato avanti dal Governo?
Una svolta radicale, intesa come cambio culturale e di paradigma, deve essere necessariamente sospinta dalle istituzioni. Pensiamo solo all’evoluzione nel campo delle rinnovabili a partire dal 2006, dal fotovoltaico all’eolico. I primi progetti furono governati in maniera disordinata e caotica ma comunque si aprì un business che ha attratto nel corso del tempo molti investimenti e ha creato figure professionali specifiche e ultra-qualificate. L’Italia è il secondo produttore europeo di energia da fonti rinnovabili. Il Piano di Transizione deve fungere da innesco per la progressiva digitalizzazione delle imprese. Nella piccola e media industria la riconversione deve essere totale. Non è più pensabile rinnovare i macchinari senza considerare la parte di controllo.
Di recente Fast Spa è stata acquisita al 60% dalla Pietro Fiorentini Spa. Quale sarà il più grosso vantaggio dell’operazione?
Siamo due aziende perfettamente complementari. Loro si occupano della componentistica che riguarda le infrastrutture meccaniche nella filiera del gas. Noi della parte elettronica che governa queste apparecchiature. Siamo stati per anni fornitori della Pietro Fiorentini con i nostri sistemi e questa operazione di aprirà numerose prospettive di business, sia sul mercato italiano sia su quello internazionale. Importanti sinergie riguarderanno anche il settore dell’acqua e il controllo di processo, che si integra perfettamente con l’offerta della Divisione Sistemi della Pietro Fiorentini.