Crede nelle partnership di valore, nel networking che produce risultati in Italia come all’estero Paolo Berlose, amministratore delegato di Sea Land. Un approccio che non stupisce visto il bacino internazionale al quale l’azienda di Torreglia, nel padovano, si rivolge fin dagli inizi. Da oltre trent’anni specializzata nella progettazione, realizzazione e industrializzazione di elettropompe con capacità che vanno da 2m3/h a 1800m3/h, Sea Land lavora, infatti, con più di 60 paesi nel mondo. Sguardo globale, ma cuore nel territorio d’elezione, quello Veneto, dove la produzione, in tutti gli aspetti, continua a mantenersi nello stabilimento storico testimoniando come l’autenticità del Made in Italy rimanga un vettore cruciale in un contesto di mercato globalizzato. Altissima qualità che si coniuga a una versatilità d’impiego che vede l’interlocuzione con segmenti diversi: dal mondo civile a quello industriale per arrivare alle soluzioni per l’irrigazione. Le prospettive di sviluppo nel medio periodo sono, ovviamente, nel segno del dialogo internazionale con l’apertura di sedi in Egitto, Vietnam e Medio Oriente.
Esportate in 60 Paesi del mondo, come avete reagito alla crisi scaturita dalla pandemia che ha congelato il mercato?
Fortunatamente, non siamo stati colpiti in maniera troppo problematica dall’emergenza pandemica. Abbiamo sentito un inceppo tra marzo e aprile del 2020 causa alcune problematiche logistiche a livello internazionale. Ora, il momento che ha aperto questa piccola ripresa è di grande dinamicità con la ridefinizione delle necessità produttive per molti comparti.
Industria, edilizia e irrigazione sono i segmenti che servite con i vostri prodotti: quale settore in questo momento sta regalando più soddisfazioni?
Abbiamo un fatturato piuttosto bilanciato e attualmente stiamo lavorando ad implementazioni nel segno delle applicazioni intelligenti e dell’efficientamento energetico per tutti i comparti che serviamo. Nel dettaglio, il 40% delle pompe che produciamo vengono indirizzate agli usi abitativi legati all’impiantistica civile, il 30% per l’irrigazione in agricoltura e il restante 30% per il settore OEM industriale.
Dalla progettazione alla produzione di elettropompe: quali sono i valori distintivi della vostra filiera?
L’alta qualità tecnica è da sempre il nostro fiore all’occhiello con soluzioni tecnologicamente performanti e una produzione fortemente presidiata dalla presenza umana con un controllo della filiera che impegna le macchine in misura minore.
Da un lato, l’aumento dei costi energetici e, dall’altro, l’imperativo ambientale come stanno ridisegnando il comparto in cui operate?
La voce costi attuale è innaturale e ci ha fatto fare un salto indietro di 25 anni a quando c’era un’inflazione importante. I prezzi variano in maniera imprevedibile e sembra che ci sia una vera e propria speculazione in atto. Sul versante sostenibile, il mercato chiede prodotti molto più efficienti sul profilo ambientale e meno impattanti.
Sea Land come si sta muovendo sul fronte della sostenibilità?
La nostra produzione è progettata e realizzata con materiali nobili e di facile riciclo che vengono analizzati per scongiurare l’abuso dei componenti elettronici o di materiali impattanti a livello ambientale. Da tempo abbiamo smesso di utilizzare film plastici per chiudere i pallet e in generale stiamo riducendo l’impiego della plastica in tutta la filiera. Abbiamo poi installato un impianto fotovoltaico per andare in autoproduzione.
Recovery Fund e Pnrr: come giudica le misure stanziate a favore del settore meccanico?
Ci aspettiamo una finalizzazione di queste azioni ancora allo stato di intenti in modo che si traducano a livello di supporto nell’aggiornamento industriale per la riqualificazione digitale e tecnologica. È importante che si definiscano bene i dettagli e che vengano individuati anche ambiti di intervento nuovi. Ad esempio, l’acquedottistica, ambito dove sappiamo che come Italia non brilliamo certo per l’efficientamento degli sprechi. Questa può anche essere l’occasione per sostituire l’impiantistica civile datata e aggiornarla.
Dalla robotica collaborativa all’Internet of Things, come vi state preparando alla quarta rivoluzione industriale. Quali investimenti avete fatto o farete in questa direzione?
Stiamo orientando gli investimenti in Ricerca e Sviluppo più che sulla produttività, sulla tracciabilità dei nostri prodotti in modo da supportare sempre meglio i nostri clienti con servizi tecnico-consulenziali.
Quali sono le vostre prospettive di crescita nei prossimi anni?
Nel prossimo futuro apriremo tre sedi all’estero: una in Egitto, una nel contesto mediorientale e una in Vietnam che saranno presidiate dal nostro personale per creare partnership più strette con i collaboratori locali. Come visione crediamo che sia fondamentale vivere e interpretare le sfide del mercato globale costruendo network di valore e investendo nell’apertura di uffici, anche di rappresentanza nei paesi esteri.
Come azienda credete molto nella formazione. Quali sono gli obiettivi della vostra Academy interna?
La nostra Accademy è cambiata rispetto al passato. Ora il concetto di formazione continua è centrale e con le nostre risorse interne organizziamo sessioni di aggiornamento ogni due settimane. Abbiamo cambiato approccio anche con i fornitori. Preferiamo ai consulenti singoli, realtà partner che oltre a fornirci consulenze formative ci accompagnino anche nella gestione dei servizi.