Guerra, prezzi dell’energia alle stelle, sanzioni alla Russia, difficoltà di reperire le materie prime. È la ‘tempesta perfetta’ che sta colpendo tutti i settori dell’industria, compresa quella italiana. Eppure, il settore valvole e rubinetteria, più di altri, sta attraversando la bufera con relativa calma e consapevolezza. Ne abbiamo parlato con Sandro Bonomi, presidente di AVR – federata ad Anima Confindustria – l’associazione industriale di categoria che rappresenta le aziende italiane del settore valvole e rubinetteria. Il costo del petrolio, spiega, “ha causato sicuramente un rallentamento nel settore industriale“, ma “in ambito ottone“, cioè quello dedicato principalmente all’edilizia civile, “il lavoro c’è, anche grazie agli inventivi del Governo“. Non solo il lavoro c’è, spiega Bonomi, “ma a volte è anche troppo” e in mezzo “ai costi spropositati delle materie prime, alla pandemia e alla guerra” non tutto è semplice. Già, la guerra, che oltre al dramma umanitario si porta dietro conseguenze disastrose a livello produttivo e dei mercati. “Le nostre aziende – spiega il presidente di Avr – sono in difficoltà: a causa del conflitto in Ucraina manca il rottame e devono cercare fornitori alternativi“. Buona parte dell’ottone utilizzato dalle aziende del settore, infatti, proveniva dalla Russia e dall’Ucraina. Dal lato delle esportazioni, la tempesta non è stata disastrosa. “Certo – chiarisce Bonomi – le aziende che fatturavano il 40% in Russia” non stanno vivendo un periodo facile, “ma in media il calo dell’export è più contenuto. Il settore sta affrontando la situazione senza drammi personali e aziendali“.
E mentre il mondo industriale fa i conti con gli ultimi complicati due anni, restano aperti altri fronti su cui agire. Primo fra tutti quello della transizione ecologica. La ricerca di un’indipendenza dalle fonti energetiche russe e la crisi ambientale hanno accelerato i piani dei governi e dell’Europa verso il green. “Il comparto è pronto“, dice Bonomi, ma “manca una normativa definitiva, anche a livello internazionale” per permettere alle aziende di cambiare concretamente la produzione e “migliorare gli impianti per ridurre le emissioni di Co2“.
“La sfida di oggi – dice Bonomi – è proprio quella di rendere più efficienti i processi produttivi lungo la strada della transizione ecologica“. “Per fondere i metalli” necessari a realizzare le valvole, spiega, “si crea inquinamento. Per questo cerchiamo di utilizzare energia pulita nei nostri impianti e il grosso sforzo è destinato a creare prodotti ecosostenibili“. Uno dei problemi principali è quello legato alle valvole che, finora, sono state realizzate per essere utilizzate con il gas. “Ora parliamo di aggiungere idrogeno – dice il presidente di AVR – e le valvole devono passare, quindi, test diversi. I decisori politici stanno definendo le regole per decidere, ad esempio, quanto idrogeno deve essere aggiunto al gas. Dobbiamo saperlo anche perché dobbiamo testare le valvole sulla base della normativa” che regolamenterà questi aspetti.
Complessivamente il comparto è, però, sulla buona strada. Le valvole in ottone, ad esempio, hanno un percentuale altissima di riciclo. “Siamo i primi al mondo – ricorda Bonomi – nel riutilizzo dei rottami di ottone“. Ogni pezzo scartato durante le fasi di lavorazione viene nuovamente fuso e recuperato. “Anche per l’acciaio – spiega – il ciclo produttivo è sempre stato virtuoso“.