Guardare al futuro senza dimenticare il passato. È la ricetta vincente di Cdr Pompe, una realtà che negli anni ha saputo sempre aggiornarsi pur tenendo sempre presente l’importanza di una storia che ha ampiamente superato il mezzo secolo. Un’azienda che continua a crescere nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo e che oltre ad affermarsi sempre più a livello Europeo come uno dei principali leader del settore, nel prossimo futuro si appresta ad affacciarsi al mercato americano, grazie a collaborazioni con partner locali, sfidando una situazione complessiva tutt’altro che semplice. Di questa espansione e degli scenari che si apriranno nei prossimi anni non solo per l’azienda ma per tutto il settore abbiamo parlato con il General Manager Francesco Abordi, con il Ceo Maurizio Abordi e con il Cmo Fabio Virtuani.
La vostra storia inizia addirittura negli anni Cinquanta: quanto è stato importante, nel corso dei decenni, riuscire ad aggiornarsi in modo efficace per rimanere leader nel settore?
Maurizio Abordi (MA): È stato vitale. Abbiamo seguito parallelamente il mercato e l’evoluzione tecnologica dei materiali per offrire macchine sempre più conformi alle richieste dei clienti ed affidabili dal punto di vista del funzionamento.
Francesco Abordi (FA): Il Dna aziendale è sempre stato improntato sull’innovazione dei prodotti e delle tecnologie. Questo ha permesso a Cdr di supportare al meglio in particolare i settori chimico e farmaceutico del tessuto industriale italiano ed europeo. Il focus sulle pompe chimiche rivestite e metalliche ha permesso nei decenni di porsi come partner affidabile in una nicchia di mercato con elevate richieste ed esigenze, portando l’azienda ad essere leader di prodotto. L’aggiornamento nel corso degli anni è sempre stato incentrato sulle esigenze e sulle criticità riscontrate dai clienti. Per sostenerlo al meglio sono stati effettuati importanti investimenti nell’area tecnica e di Ricerca & Sviluppo, tramite acquisizione di nuovi software di progettazione e di collaudo.
Siete un punto di riferimento in un segmento che è in costante evoluzione: nel 2017 avete realizzato una nuova imponente sede nella zona industriale di Bollate. I prossimi passi sono il consolidamento dei mercati, soprattutto quello Europeo e l’approdo sul mercato statunitense.
MA: La nuova sede è stato un passaggio obbligato nel percorso di sviluppo della nostra azienda. L’aumento della produzione e dei volumi necessitava di maggiori spazi e di una sede di immagine. Il mercato Usa, per il quale ci stiamo preparando, sarà lo sbocco naturale per noi, mentre nel breve termine lavoriamo a consolidare sempre più la nostra posizione e status nel panorama Europeo.
FA: Lo spostamento di sede è stato un passo molto importante per Cdr dal punto di vista strategico, trovando degli spazi più moderni e più efficienti. Inoltre, ha permesso di impostare sulla carta il nuovo layout sia per gli uffici (open space), sia per la zona produttiva, vero cuore delle attività di Cdr. Il mercato americano rappresenta per l’azienda una nuova sfida e un ulteriore fondamentale step nel percorso di crescita che stiamo portando avanti. Gli Usa presentano un potenziale di mercato per i nostri settori di destinazione estremamente attraente e stiamo effettuando i giusti passi per affrontarlo al meglio.
Fabio Virtuani (FV): Come detto dall’Ing. Abordi, il dna di Cdr è sempre stato improntato sull’innovazione dei prodotti e delle tecnologie. Questo ha permesso a Cdr di crescere in tutti questi anni e continuare a espandersi in diversi mercati europei ed extra europei. Per continuare a crescere e raggiungere nuovi obiettivi serve però che l’anima tecnica di Cdr venga tramutata in una vera e propria ‘Brand Identity’, che possa essere comunicata al mercato e per la quale Cdr possa quindi essere riconosciuta. Una parte fondamentale per continuare a crescere, su cui siamo già al lavoro, è quindi quella di sviluppare tutti quegli aspetti più ‘commerciali’ partendo da una ‘Brand Identity’ unica per Cdr, una nuova immagine che rifletta meglio il Brand Cdr, una comunicazione in grado di mixare tecnico e commerciale e non ultimo di supportare il tutto con attività di marketing strategico con la possibilità di declinarle per adattarsi ai paesi di riferimento e le loro specifiche logiche di mercato. Questo si riflette in particolare sui nostri prossimi obbiettivi, tra cui quello di affermarci sempre di più come uno dei principali leader del nostro settore sia nel panorama Europeo che nei paesi extra Ue nei quali ad oggi siamo presenti e che hanno ancora molto da esprimere come potenziale di sviluppo. Una nuova immagine che rifletta la nostra consapevolezza di chi siamo ed una strategia chiara ci permetterà di poter davvero competere ad armi pari con i nostri principali competitor rappresentati per la maggior parte da multinazionali. Tutto questo sarà inoltre propedeutico e fondamentale per arrivare preparati e con una strategia marketing ben definita sul mercato americano.
Dopo la pandemia, che momento sta vivendo il vostro settore?
MA: CDR opera prevalentemente nel settore chimico e farmaceutico. Durante la pandemia questi settori hanno prodotto più di altri dovendo realizzare i vaccini e tutti i farmaci e i vari prodotti correlati per combattere il Covid.
FA: Operando in una nicchia di mercato, fortunatamente non abbiamo avuto contraccolpi importanti sul nostro business. Sicuramente il settore sta vivendo un momento di incertezza dovuto agli aumenti di materie prime, energia e reperimento delle sub-forniture ma le aziende chimiche e farmaceutiche stanno continuando a investire e quindi vediamo comunque il 2022 in modo positivo ed in crescita.
Il nodo dei rincari delle materie prime e dell’energia sta diventando cruciale per le imprese: che scenari immaginate?
FA: Il tema dei rincari è decisivo. Dalla Cina hanno preso decisioni un po’ pesanti ed è il primo aspetto da affrontare, considerando che è il Paese dal quale tutti si stavano approvvigionando in questi ultimi anni. Alcuni Paesi europei ora iniziano a produrre in autonomia in reazione a questa situazione, si è capito che in questi anni ci siamo appoggiati troppo alla Cina. Durante quest’anno mi aspetto anche altre problematiche. Le tempistiche di consegna si stanno dilatando in maniera importante. Penso che da qui a un anno si dovrà capire se ci saranno accordi di altro tipo. Anche per quanto riguarda l’energia siamo ad aumenti spropositati solo rispetto allo scorso anno. I prezzi di listino inevitabilmente aumentano per coprire i costi aziendali.
FV: Abbiamo chiuso il 2021 senza ritoccare i listini, trattenendo tutti i costi derivanti dagli aumenti. Quest’anno abbiamo dovuto però procedere anche noi ad una revisione dei nostri listini perché tra novembre e dicembre l’aumento delle materie prime è stato netto. Nel primo trimestre di questo 2022 com’era prevista c’è stata e ci sarà un’ulteriore impennata dei costi legata all’aumento dei costi di energia. Al momento, purtroppo, non vediamo all’orizzonte delle politiche concrete a tutela delle aziende se non per determinati settori e comunque limitati. Le aziende medio-piccole, anche quelle che stavano vivendo un periodo ottimale come la nostra, vedono pertanto un rischio di frenata brusca all’orizzonte. Sul fronte dei continui rincari, non crediamo che questa situazione si risolverà a breve, anche perché sappiamo bene che una volta che i prezzi sono stati aumentati il mercato si tara su questo nuovo equilibrio; dobbiamo e possiamo quindi solo auspicare che non ci siano ulteriori picchi.
Come vi state attrezzando per affrontare dei temi cruciali come la transizione ecologica, la sostenibilità e la digitalizzazione del lavoro?
MA: Per quanto riguarda la digitalizzazione stiamo studiando di implementare un nuovo sistema informativo completo di tutte le funzioni più aggiornate.
FA: Cdr ha sempre avuto molta attenzione sulla sostenibilità in tutto il suo operato, su tutta la supply chain. Anche in ottica di forniture e sub-forniture si privilegiano partner domestici. In merito alla digitalizzazione crediamo sia la chiave per permettere alla nostra azienda di “cambiare passo” e di crescere in modo organico e strutturato nei prossimi anni. Stiamo effettuando dei focus interni su questi temi per portare in Cdr un’organizzazione e modalità di lavoro digitali e smart, interconnesse tra di loro. Ci stiamo attrezzando sia in termini di investimenti che di risorse umane.
C’è qualche tematica che, potendo, vorreste sottoporre alle istituzioni per la crescita del vostro settore?
MA: Una difficoltà è rappresentata delle normative e i tempi di gestione delle richieste Dual Use per l’esportazione. Benché vi sia una direttiva europea, ogni Paese dell’Unione Europea ha proprie autorizzazioni nazionali e che permettono di fatto di poter esportare senza dover chiedere autorizzazioni specifiche verso un numero maggiore di paesi. È il caso per esempio della Germania, nazione da cui provengono alcuni dei nostri principali competitor, che proprio grazie a queste autorizzazioni sono in grado di esportare più facilmente verso un numero nettamente maggiore di paesi rispetto all’Italia.
FA: Supportare le aziende in Italia a portare la produzione chimica nel nostro Paese, tramite sgravi fiscali verso queste imprese e agevolazioni economiche. Questo non rappresenta solo una possibilità a livello economico ma ritengo sia un aspetto di natura strategica per il nostro paese. In relazione al Dual Use, a mio avviso facendo parte dell’Ue dovrebbe esserci un maggior allineamento normativo che permetta di fatto le stesse possibilità a tutti i paesi membri. Questo porterebbe ad una pari concorrenza nonché alla possibilità di una gestione coordinata e comune per tutti i membri Ue dei tempi di gestione delle richieste Dual Use. Ad oggi purtroppo tutto ciò non esiste e le richieste sono gestite secondo tempi e modalità dei singoli paesi. Nel caso dell’Italia questo vuol dire per noi considerare dalle 3 alle 5 settimane in più prima di poter dare eventuali conferme d’ordine ai clienti, tempi che spesso ci mettono in grossa difficoltà proprio nei casi di paesi in cui altri stati membri Ue hanno autorizzazioni nazionali tali da permettere di esportare in modo più snello.
FV: Oltre a quanto già menzionato, credo che per la crescita economica del nostro paese sia fondamentale un maggior sostegno allo sviluppo e alla ricerca in particolare per le Pmi, che sono il tessuto del nostro sistema economico. Di recente Cdr, assieme ad altre due aziende italiane, si è aggiudicata la partecipazione ad un progetto sponsorizzato dall’Ue, con capofila un’università tedesca, che ci permetterà di utilizzare software di ultima generazione per la simulazione fluidodinamica e l’utilizzo di computer con elevata capacità di calcolo consentendoci così di velocizzare di diversi mesi i processi di sviluppo e miglioramento dei nostri prodotti. Mi piacerebbe vedere più iniziative di questo tipo che comprendano anche finanziamenti a fondo perduto, dedicati alle Pmi del settore industriale col fine di supportare la collaborazione tra Pmi, Università, centri di ricerca e di migliorare il posizionamento delle aziende sul mercato. Questo permetterebbe un più rapido sviluppo tecnologico delle nostre aziende rendendole sempre più competitive a livello internazionale, con il vantaggio di sviluppare questo know-how nel nostro paese.
Pensate che il Pnrr possa rappresentare un’occasione per le imprese italiane?
MA: È sicuramente l’occasione della vita per l’Italia. È una grande opportunità che non va persa. Sino ad oggi fondi per le aziende come quelli che stanno per arrivare o sono già arrivati non si sono mai visti.
FA: Sicuramente sì. Sulla carta dovrebbe permettere di ripartire con investimenti che finora sono rimasti bloccati o rimandati causa Covid particolarmente. Inoltre, il governo sta andando nella direzione giusta con l’emissione di diversi bandi ad hoc per imprese come la nostra, in ambiti come l’internazionalizzazione e il supporto alla crescita e ai nuovi modelli di business.