Cut, nuove regole sui ricorsi cumulativi

Il valore della controversia è dato dalla somma dei singoli atti impugnati

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La Cassazione ha stabilito un principio fondamentale per la determinazione del contributo unificato tributario (CUT) nei casi di ricorsi cumulativi. Nell’ordinanza n.25607/2024, la Suprema Corte ha chiarito che, ai fini del calcolo del contributo, occorre sommare i contributi dovuti per ciascun atto impugnato, indipendentemente dalla presentazione un ricorso unitario.

“Il contributo unificato, avendo natura tributaria, deve essere determinato sulla base del valore di ciascun atto impugnato. Tale principio discende dall’art. 12 del D.lgs. n. 546/1992, il quale stabilisce che il valore della lite corrisponde all’importo del tributo, al netto di interessi e sanzioni. Inoltre, nella sentenza – ha sottolineato Guido Rosignoli, vicepresidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – viene richiamato l’art. 14, comma 3-bis, del D.P.R. n. 115/2002, che impone al ricorrente l’indicazione esplicita del valore della lite, pena l’applicazione automatica dello scaglione più elevato previsto dalla legge”.

In altre parole, poter impugnare più atti con un unico ricorso, rappresenta esclusivamente una misura di semplificazione procedurale e non può tradursi in un beneficio economico per il contribuente. Pertanto, il valore della controversia deve essere calcolato sommando i valori dei singoli atti impugnati.

“Gli Ermellini hanno poi sottolineato che la giustizia è una risorsa limitata e deve garantire tempi ragionevoli per la definizione delle controversie. Per questo motivo – conclude Rosignoli – è fondamentale che i contribuenti versino il giusto importo di CUT, calcolato in base al numero e al valore dei singoli atti impugnati”.