Da 75 anni al servizio del mercato in cui opera, la Orefice Generators, azienda sarda leader nel settore degli elettrogeni, esporta oggi i suoi prodotti in Europa, Africa e Medio Oriente. Grazie all’unione di tre generazioni, con il tempo una piccola realtà si è trasformata in grande potenza: negli anni ‘30, infatti, il nonno di Andrea Orefice – attuale General Manager – inizia la sua carriera nel comparto dell’elettromeccanica con ‘Elettromeccanica Orefice Natale’ che, nel giro di pochi anni, si espande dedicandosi principalmente alla produzione di macchine elettriche e di gruppi elettrogeni. Guidata da Stefano e Andrea Orefice, l’azienda rappresenta oggi un marchio in continua espansione, conosciuto e apprezzato a livello nazionale e internazionale. Innovazione e internazionalizzazione sono due dei temi che abbiamo approfondito insieme al più giovane della famiglia.
Oltre 75 di storia, lavoro e dedizione hanno portato Orefice Generators a rappresentare un punto di riferimento nel settore elettromeccanico, in particolare negli elettrogeni. Quali sono stati gli elementi vincenti secondo il suo punto di vista?
Un passaggio generazionale che ha saputo unire storia e innovazione è stato sicuramente uno di questi fattori, ma sono sicuro che il vero elemento chiave sia stata la filosofia a lungo termine. Abbiamo avuto l’opportunità di crescere senza ‘invecchiare’ e ogni volta che si è presentata l’occasione di innovare un prodotto o, semplicemente, un processo lo abbiamo fatto anche a discapito degli obiettivi finanziari di breve periodo.
Quanto contano competenze, formazione e sicurezza del capitale umano nella sua azienda?
Nella nostra filosofia, il valore dell’organizzazione e della sicurezza è direttamente proporzionale alla nostra capacità di sviluppare persone e partners. È importante creare una cultura forte, in cui i valori e la visione dell’azienda siano condivisi da tutti e messi in pratica nel corso del tempo. Ciò si traduce nella formazione e nell’addestramento di squadre straordinarie che lavorano ispirandosi alla filosofia aziendale.
Oggi esportate i vostri prodotti in tutto il mondo. Quando avete iniziato a guardare all’estero?
Rispetto alla storia aziendale, il processo di internazionalizzazione è iniziato relativamente da poco, nel 2012. Guardare ai mercati stranieri è stata una scelta prima che un’esigenza. Tengo sempre a sottolineare questo aspetto, perché internazionalizzare richiede sforzi sotto tutti i punti di vista e di certo un’azienda deve decidere di farlo nel momento migliore della sua storia. Noi non abbiamo fatto tutto da soli, ci siamo avvalsi di professionisti e abbiamo formato prima di tutto noi stessi, elaborando piani di marketing precisi.
La pandemia non ha risparmiato nessuno e il mondo dell’industria meccanica ne sta pagando ancora le conseguenze. Molte aziende, però, hanno colto nella crisi anche un’opportunità di cambiamento. La vostra azienda come ha reagito?
La pandemia se da una parte ha devastato gli equilibri e portato via alcune delle certezze che per anni abbiamo ritenuto indistruttibili, dall’altra ci ha dato molte lezioni. Abbiamo imparato a organizzare il lavoro in modo diverso, a programmarlo in maniera nuova e a relazionarci tra persone e tra aziende in maniera più semplice. Personalmente ho imparato a prendere decisioni più lentamente, considerando attentamente le opzioni, ma allo stesso a metterle in pratica rapidamente.
Sostenibilità e green economy. Quanto è importante che le aziende intraprendano un percorso su questa linea?
Sono convinto che ‘sostenibilità’ debba andare di pari passo con ‘funzionalità’. Ritengo sia fondamentale che le aziende sposino una strategia che le porti a diventare sostenibili proprio perché funzionali, in modo che il primo non sia solo uno strumento di marketing – ovvero un modo per comunicare quanto siamo sensibili ad un certo argomento – ma piuttosto sia un valore aziendale, percepito a tutti i livelli. Il nostro settore sotto questo aspetto credo sia rimasto indietro.
Quali sono gli ulteriori provvedimenti che il Governo dovrebbe adottare per velocizzare la ripresa? Crede che il Pnrr sia un provvedimento adeguato?
Non penso sia facile gestire una così grande quantità di risorse economiche in un momento storico così molto complicato; tuttavia, ritengo che il Pnrr sia un rimedio adatto nella forma, ma non nella sostanza. Intendo dire che alcuni degli strumenti inseriti nel Piano potrebbero essere difficili da attuare, principalmente per le modalità di gestione che contraddistinguono il nostro Paese da sempre. Reputo, invece, totalmente inadeguate le misure attuate nell’ambito delle infrastrutture per la mobilità sostenibile. Rischiando di essere banale, direi che il Governo dovrebbe avviare interventi a tutela delle aziende italiane impegnate in particolari settori come hanno fatto altri Paesi. Trasporti, energia e materie prime su tutte.
Avete una pagina Facebook molto attiva. Secondo lei, i social network, che valore possono portare alle aziende?
I social network hanno dato l’opportunità alle aziende di avvicinarsi ai propri utenti in maniera più leggera. Noi, ad esempio, utilizziamo i canali social aziendali “senza prenderci troppo su serio”, ma mantenendo un livello di comunicazione che abbia un buon riflesso sul nostro brand. La nostra idea è fondamentalmente quella di condividere informazioni senza la presunzione di spiegare tutto di noi o dei nostri prodotti nei post. Più in generale, i social network sono una grande risorsa se seguiti da un professionista in maniera adeguata.
Quali sono le prospettive per il futuro dell’azienda?
Negli ultimi tre anni abbiamo investito importanti risorse in ricerca e sviluppo, arrivando a industrializzare due nuovi prodotti in piena pandemia e presto inizieremo lo sviluppo del terzo, che vedrà la luce alla fine di quest’anno. Nella primavera 2022 inaugureremo un nuovo impianto in Sardegna, che ci permetterà di triplicare la produzione e di incrementare la nostra forza lavoro.
Sul fronte internazionale, stiamo lavorando su accordi a lungo termine in Arabia Saudita, Canada e Stati Uniti per la distribuzione del nostro prodotto di punta, il gruppo elettrogeno diesel più silenzioso al mondo.