Il termine per la regolarizzazione dei contributi previdenziali non pagati da parte delle pubbliche amministrazioni è stato esteso fino al 31 dicembre 2024. Questa proroga, comunicata dall’Inps nella Circolare n.58/2024, consente alle amministrazioni di versare i contributi dovuti fino al 31 dicembre 2019, senza incorrere nella prescrizione.
“Quest’agevolazione, che riguarda esclusivamente le pubbliche amministrazioni, si applica sia ai contributi previdenziali sia ai contributi per i trattamenti di fine servizio o fine rapporto. Inoltre – afferma Maria Vittoria Tonelli, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – copre anche i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e le figure simili, così come i compensi effettivamente erogati”.
Che cosa accadrà però dal 2025? Sarà possibile recuperare i contributi prescritti?
“Oltre alla sanatoria – prosegue Maria Vittoria Tonelli – i contributi prescritti possono essere recuperati attraverso la costituzione di una rendita vitalizia. Il costo di questo riscatto però, sarà a carico del datore di lavoro con alcune differenze a seconda dell’istituto di previdenza di appartenenza del lavoratore. Per gli iscritti alla Cassa pensioni insegnanti però, in caso di prescrizione dei contributi, se il datore di lavoro provvede a pagare il costo della rendita vitalizia sarà il lavoratore a dover pagare l’onere per vedersi valorizzato il periodo ai fini della pensione”.
Appare quindi fondamentale verificare tempestivamente la propria posizione contributiva per evitare possibili oneri finanziari derivanti dalla mancata regolarizzazione dei contributi da parte dei datori di lavoro.