E-fuel e biocarburanti: quali differenze e quanto costano

Saranno davvero il futuro del settore automotive?

auto elettriche

Il Consiglio Energia europeo ha adottato definitivamente l’accordo politico raggiunto con gli Stati sul regolamento sulle emissioni CO2 per le nuove auto, che tra le altre cose prevede lo stop all’immatricolazione di nuovi veicoli con motori diesel e benzina dal 2035.  La Germania – che ha tenuto in stallo l’accordo per settimane – come previsto ha votato a fare del regolamento, dopo l’intesa raggiunta con la Commissione europea per continuare a immatricolare le auto alimentate con carburanti sintetici (efuels) dopo il 2035.

COSA SONO GLI E-FUEL? Gli e-fuel sono carburanti di origine sintetica a emissioni zero. La loro produzione avviene mediante la scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno e la successiva combinazione dell’idrogeno ricavato da tale processo con l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera. Affinché questo processo sia ‘climaticamente’ neutro, ovvero con emissioni di co2 neutre, l’idrogeno deve essere prodotto con elettricità rinnovabile. L’anidride carbonica emessa nell’aria dai veicoli alimentati da efuel sarebbe di fatto compensata da quella prelevata dall’aria per la realizzazione del carburante. Questi carburanti hanno le stesse proprietà della benzina o del diesel. Il loro principale vantaggio è che possono essere utilizzati puri o miscelati con il petrolio, senza dover modificare il motore. Gli ‘e-fuel’ sono una potente leva per ridurre le emissioni di gas serra nei trasporti. Sono complementari ai biocarburanti, prodotti da residui agricoli, rifiuti o oli usati. Il primo processo per la produzione di carburanti sintetici fu sviluppato negli anni ’20 da due chimici tedeschi, Franz Fischer e Hans Tropsch. Bisognosa di approvvigionamenti petroliferi, la Germania nazista ne aveva fatto un grande uso, sviluppando un settore produttivo a partire dal carbone.

COSA SONO I BIOCARBURANTI. Per produrre i biocarburanti è invece previsto esclusivamente l’utilizzo di materie prime di scarto e residui vegetali, oltre che di olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. A seconda dei procedimenti, questo tipo di carburante consente un potenziale abbattimento di anidride carbonica che va dall’80 al 100%.In pratica, i biocarburanti possono essere prodotti da mais, soia, colza, girasole, oli vegetali di origine industriale, scarti della lavorazione del legno o concimi di origine animale. Già da febbraio, è possibile fare rifornimento con Hvolution, il primo diesel di Eni Sustainable Mobility prodotto con il 100% da materie prime rinnovabili (residui provenienti dalla lavorazione di oli vegetali, oli alimentari esausti, grassi animali e oli vegetali estratti da colture in terreni marginali non in competizione con la filiera alimentare). Inizialmente disponibile solo in cinquanta stazioni di servizio della multinazionale sul territorio italiano, a marzo è stato distribuito in altre cento. Il costo è di dieci centesimi in più rispetto al gasolio normale.

PERCHE’ LA UE NON AMMETTE I BIOCARBURANTI? Perché li considera non a impatto zero sul fronte delle emissioni. Secondo i produttori di bio-fuel le auto a biocarburanti e ibride emettono la stessa CO2 delle elettriche se si considera l’intero ciclo di vita.

GLI E-FUEL INQUINANO? Questa tecnologia è fortemente contestata da esperti e ong a difesa dell’ambiente. L’efficienza energetica di questi combustibili è “molto bassa” rispetto all’elettricità o all’idrogeno, “i processi industriali sono in fase pilota, la loro produzione è costosa e ce ne saranno relativamente pochi”, ha spiegato Nicolas Doré, dell’Agenzia per la transizione ecologica (Ademe ). Inoltre, la produzione è costosa e impattante dal punto di vista idrico. Per ottenerne un litro sono necessari circa due litri di acqua. Oggi il prezzo è di circa 20 euro al litro.