Export d’acciaio in calo a causa dei prezzi

Nel 2023, registrata una flessione del 6,9% rispetto al 2022. Stabili i volumi

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L’export italiano di acciaio ha segnato, nel 2023, una flessione del 16,9%. Nonostante i volumi di produzione di siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione siano rimasti pressoché stabili a 16,2 milioni di tonnellate, il valore è sceso dai 28 miliardi del 2022 ai 23,2 miliardi di euro dello scorso anno. Questo il primo dato di sintesi che emerge dall‘Ufficio studi Siderweb su dati Istat, che individua nella diminuzione dei prezzi questa variazione in negativo.

Dopo due anni consecutivi di crescita seguiti al crollo del 2020 (quando si registrò un calo del 20%, per poi arrivare rispettivamente a un incremento del 51,7% nel 2021 e del 23,8% dell’anno successivo), le esportazioni in valore di acciaio tornano a scendere.

Un calo che risulta leggermente più marcato se si analizzano i primi 2o posti della classifica che prende in considerazione le province italiane e che consegna questo dato: l’export è diminuito del 17,6% fermandosi a 19,4 miliardi di euro, dunque inferiore rispetto a quello nazionale.

La top 3, rispetto al 2022, è rimasta invariata: Brescia sale sul gradino più alto del podio, seguita da Udine e Mantova. Nello specifico, nella già Città Capitale della Cultura, lo scorso anno l’export è valso 2.245 milioni di euro, contro i 3.038 del 2022: la variazione è dunque del -26,1%. Meno marcata quella udinese (-16,8%): nella provincia friulana si è passati dai 2.537 milioni di euro del 2022 ai 2.110 del 2023.

Le variazioni più significative si sono registrate nei poli siderurgici di Terni (-39,2%), Genova (-35,3%), Aosta (-29,1%) e la già citata Brescia, mentre la “cugina” Bergamo è l’unica città in cui si è registrato un dato positivo (16,2%), relativo alla produzione di tubi senza saldatura.

Per Gianfranco Tosini dell’Ufficio studi Siderweb, “questi dati confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell’acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008. Tale processo traspare, oltre che dall’andamento della produzione, anche da quello delle esportazioni, che hanno registrato una riduzione molto più marcata nelle province dove sono o, meglio, erano presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni. Infatti – prosegue Gianfranco Tosini – nel 2023 le esportazioni di prodotti siderurgici della provincia di Taranto, dove si trova Acciaierie d’Italia, sono diminuite dell’81,3% rispetto al 2008, facendo scivolare la provincia pugliese al ventesimo posto nella classifica dei poli siderurgici italiani, quindi ultima considerando appunto i primi 20 posti. Anche Torino, dove aveva sede la Thyssengroup, ha perso posizione – 8, per la precisione – in quanto la produzione è calata del 39,1%. Infine – conclude Gianfranco Tosoni – Livorno abbandona questa classifica dei primi 20 posti, in quanto le esportazioni di questa provincia (dove opera JSW Steel Italy) si sono ridotte del 60,6%”.