Fatture per operazioni inesistenti, le sentenze

In materia specifica, le ultime quattro decisioni della Suprema Corte

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In materia di fatture emesse per operazioni inesistenti e ai relativi aspetti probatori, sono particolarmente interessanti le quattro ordinanze pubblicate dalla Suprema Corte di Cassazione lo scorso 10 aprile.

“Nell’ordinanza n.9599/2024, che affronta il tema delle fatture emesse per importi rilevanti senza un contratto e con carenza nei requisiti dichiarativi – sostiene Rosa Santoriello, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – la prova è labile e per questo la Suprema Corte sottolinea che, se l’Ufficio contesta operazioni oggettivamente inesistenti, deve fornire elementi probatori. Inoltre, ribadisce che la prova dell’effettiva esistenza delle operazioni contestate non può limitarsi alla presentazione della fattura o alla regolarità formale delle scritture contabili”.

 

Nell’Ordinanza n.9645/2024, invece, viene discusso il tema delle indagini bancarie e dell’autorizzazione del direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate.

“Con la sentenza, gli Ermellini chiariscono che l’autorizzazione per le indagini bancarie – prosegue Rosa Santoriello – ha una funzione organizzativa e la sua mancata allegazione non rende illegittimo l’avviso di accertamento basato sulle movimentazioni bancarie acquisite. La mancanza di autorizzazione può essere rilevante solo se comporta un pregiudizio concreto per il contribuente”.

Come abbiamo visto, in entrambe le ordinanze, la Suprema Corte ha fornito importanti indicazioni sui requisiti probatori e sulle procedure relative alle indagini bancarie, offrendo spunti significativi per il diritto tributario.