Federmeccanica: Produzione metalmeccanica + 15,9% nel 2021

Allarme per guerra e prezzi materie prime

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Nel 2021 la produzione metalmeccanica è cresciuta del 15,9% rispetto all’anno precedente, nonostante la flessione registrata nell’ultimo trimestre. E’ quanto emerge dalla 161esima edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica. Un risultato che ha consentito di recuperare completamente il crollo osservato nel corso della pandemia: i volumi di produzione del 2021 risultano leggermente superiori (+0,3%) rispetto al 2019, sebbene l’intero comparto industriale registri un calo contenuto dello 0,6%.

Stiamo vivendo una fase molto instabile e terribilmente complicata. Ogni giorno – commenta Federico Visentin, presidente di Federmeccanica – lo scenario può mutare, quanto sta accadendo in Europa a seguito dell’aggressione da parte della Russia all’Ucraina costituisce un fatto gravissimo dalle conseguenze non prevedibili. É difficile parlare di produzione quando c’è una guerra in corso ma dobbiamo farlo. Oggi commentiamo i risultati del settore metalmeccanico nel 2021 nel complesso positivi, ma che già evidenziavano una dinamica preoccupante come emerge dai dati relativi alla seconda metà dell’anno e, in particolare, del quarto trimestre”.

LA RIPRESA DELL’EXPORT. La performance dell’industria metalmeccanica italiana è stata migliore di quella dei principali Paesi Ue, dato che in Francia e Germania i volumi risultano ancora inferiori di circa 10 punti rispetto ai livelli pre-pandemici. Il recupero osservato nel 2021 nel nostro Paese, oltre che da un miglioramento della domanda interna, è stato favorito da una marcata ripresa dell’export, cresciuto in media del 18,4% sul 2020. Una parte significativa di tale incremento è però imputabile a una forte crescita dei valori medi unitari che hanno contribuito in maniera sostanziale anche all’aumento delle importazioni (+24,9%).

DATI NEGATIVI PER L’AUTOMOTIVE. Scendendo nel dettaglio dell’evoluzione congiunturale, la produzione metalmeccanica, dopo il rallentamento osservato nel terzo trimestre 2021, nella parte finale dell’anno ha evidenziato risultati negativi: nel trimestre ottobre-dicembre, infatti, i volumi di produzione sono diminuiti dell’1,8% rispetto al periodo precedente, mentre su base tendenziale la variazione è passata dal +6,4% di luglio-settembre al + 1,2% del quarto trimestre. Il peggioramento osservato risulta in parte ascrivibile a un diffuso rallentamento di tutte le attività metalmeccaniche, ma trae principalmente origine dai risultati fortemente negativi del comparto Automotive che ha segnato un calo di oltre 13 punti percentuali, rispetto all’analogo trimestre 2020, e da un decremento più contenuto del comparto degli Altri mezzi di trasporto (-2,4% su base tendenziale). “L’automotive – precisa Visentin – è un settore molto esposto come si può vedere già dal trend negativo della produzione che, per effetto dei mutamenti straordinari all’orizzonte, potrebbe subire conseguenze drammatiche dal punto di vista industriale e sociale”.

CRISI DELLE MATERIE PRIME. Nel quarto trimestre 2021, quasi tutte le aziende hanno registrato ulteriori rincari dei prezzi delle materie prime ed è salita la percentuale di chi ha dichiarato difficoltà di approvvigionamento. Dinamiche che si stanno ripercuotendo sui prezzi alla produzione dei prodotti industriali, dato che nel 2021 l’aumento medio per il settore metalmeccanico è stato di quasi l’8%. Incrementi di costo che impattano negativamente sulla competitività di molte imprese e che stanno ridimensionando molto i margini di profitto. “Ci siamo trovati ad affrontare difficoltà mai viste – spiega Diego Andreis, vicepresidente di Federmeccanicae continuiamo a dover fronteggiare l’incremento esponenziale dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, oltre alle difficoltà di reperimento delle stesse. Quello che ora sta accadendo non potrà che amplificare queste criticità che già apparivano fuori controllo”.

VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA. Lo scenario attuale si sta compiendo, spiega Visentin, “mentre le aziende italiane si trovano davanti ad una transizione tecnologica ed ecologica epocale che richiede una forte capacità di cambiamento e innovazione. Dobbiamo ripensare la filiera e il sistema di formazione, sostenere la crescita dimensionale e migliorare la competitività e l’attrattività del Sistema-Paese verso i grandi player internazionali”.

LE RICHIESTE AL GOVERNO. Di fronte al tema della guerra e delle sue conseguenze sull’industria, Federmeccanica ha lanciato un appello al Governo. “Tutto – dice il presidente – va ricontestualizzato all’interno di uno scenario che può tradursi in una nuova, profonda, crisi. A maggior ragione servono interventi straordinari, a maggior ragione serve lavorare insieme. Ci auguriamo che a partire dall’automotive si sviluppi quella cabina di regia che insieme al Sindacato abbiamo chiesto. Ognuno può e deve dare il contributo. É il momento dell’unità”.