
L’attività di Bed and Breakfast è sotto la lente d’ingrandimento del Fisco, soprattutto all’indomani dell’introduzione del Codice identificativo nazionale (CIN). Nonostante le nuove regole, però, non mancano le controversie con l’Agenzia delle Entrate. Particolarmente interessante è la sentenza n.154/1/2024 emessa dalla Corte di Giustizia Tributaria di Secondo grado del Friuli Venezia Giulia.
“La Corte ha stabilito che un’attività di B&B svolta in modo saltuario e in conformità con la normativa regionale non deve essere considerata come attività imprenditoriale, ma piuttosto come attività occasionale. Di conseguenza – sottolinea Felice Colonna, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – non sussiste l’obbligo di aprire una partita IVA, né di adempiere agli obblighi contributivi e contabili previsti per le imprese”.
In altre parole, se un’attività di B&B rispetta i criteri di occasionalità previsti dalle normative regionali e comunali, non può essere considerata un’attività d’impresa e non deve quindi essere soggetta agli obblighi fiscali e contributivi previsti per le imprese.