Al fine di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica previsti nella Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati fissati programmi di investimento e ricerca sulle fonti di energia rinnovabile, oltre a investimenti per il potenziamento delle principali filiere industriali interessate dalla transizione ecologica. Al suo interno merita un approfondimento la voce riguardante lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, un mercato nuovo e dal grande potenziale per un paese come l’Italia, da sempre leader nelle tecnologie della filiera Oil&Gas.
“La gran parte della meccanica italiana – afferma il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli – è in fibrillazione per le direttive del Pnrr che parlano di «incentivare la transizione verso l’idrogeno», ma sarà fondamentale il passaggio del Piano dai criteri generali alla fase applicativa, sia nei singoli bandi sia nell’aggiornamento della legislazione e dei processi autorizzativi. È necessario che questi meccanismi di supporto agiscano sia dal punto di vista dell’offerta e della domanda finale di idrogeno, sia sullo sviluppo industriale delle tecnologie a queste connesse, considerando l’integrazione nel sistema energetico complessivo, e ragionando in ottica di efficienza e sostenibilità economica sul medio e lungo periodo. Oggi la forte spinta innovativa sulle tecnologie richiede un supporto neutrale ed intelligente, per non disperdere le risorse da un lato, ma lasciando la possibilità di trovare nuove soluzioni più efficienti per un mercato ancora nuovo, senza preconcetti e scelte a tavolino. Anima sta dialogando già da tempo con enti e istituzioni per la definizione di una strategia per lo sviluppo dell’idrogeno in Italia, e di come declinarla poi nella realtà industriale”.
Oggi già si inizia, nei piani di incentivazione, a menzionare anche la parte della filiera tecnologica e della componentistica. Come afferma Marco Nocivelli:“Finora si erano considerate la parte iniziale (produttori) e la parte finale (offtakers) della filiera, ma tra questi esiste una connessione costituita da un insieme vastissimo di tecnologie, che è indispensabile al sistema e anch’esso richiede un eguale supporto”.
Attualmente, all’interno dell’industria meccanica, le tecnologie dell’idrogeno riguardano la produzione e la cogenerazione, il trasporto, la misura, la regolazione, la sicurezza e ogni tipo di utilizzo finale civile ed industriale, citando solo alcuni dei settori. Anima Confindustria evidenzia quindi la necessità di uno sviluppo orizzontale del mercato dell’idrogeno che si basi su incentivazioni programmatiche e strutturali, che prendano in considerazione la filiera in ogni sua parte.
“Molte aziende associate Anima – prosegue Nocivelli – hanno già disponibili tecnologie mature nell’ambito dell’efficientamento energetico, e hanno già sviluppato tecnologie che possono utilizzare idrogeno sia in blend sia puro, permettendo, in entrambi i casi, un abbattimento delle emissioni di CO2. Il Pnrr è una grande opportunità da non sprecare, non solo per le aziende produttrici e utilizzatrici dell’idrogeno, ma anche per le aziende della componentistica; queste forniranno infatti le tecnologie per permettere di passare dall’idea di transizione ecologica alla sua messa in pratica. Non dobbiamo dimenticare però l’importanza per le aziende di un quadro normativo e autorizzativo aggiornato e chiaro. Anima lungo tutta la sua storia ha lavorato per questo obiettivo, e anche oggi mette a disposizione tutta la sua esperienza su uno dei punti che richiederà uno sforzo maggiore da parte di tutti, con un indispensabile coordinamento tra le esigenze delle istituzioni e quelle dell’industria. Anima Confindustria rappresenta la meccanica italiana e la filiera delle tecnologie che si mettono al servizio della transizione ecologica, nel passaggio dai vettori fossili, come il gas naturale, a quelli sostenibili come l’idrogeno. Arriveremo al risultato finale – conclude il presidente di Anima, Marco Nocivelli – della neutralità carbonica tramite la creazione di un mercato sostenibile, solo se tutti collaboreremo insieme, industria, associazioni di categoria, enti di normazione ed istituzioni, lavorando a progetti comuni nell’ambito di una strategia unitaria”.