Il beneficio d’inventario limita la responsabilità patrimoniale

La sentenza degli Ermellini rispetto a richieste del Fisco verso eredi

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Gli eredi che accettano l’eredità con beneficio d’inventario possono proporre ricorso al Giudice tributario per far valere il limite della loro responsabilità patrimoniale. Il principio è stato stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 15750/2024. 

“Nel caso in esame, le Entrate avevano effettuato un controllo sulla dichiarazione dei redditi del defunto, accertando un maggiore reddito di capitale e rideterminando le imposte dovute. L’Ufficio – evidenzia Alfredo Accolla, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – aveva notificato l’avviso di accertamento impersonalmente e collettivamente agli eredi che avevano successivamente avviato un giudizio per far valere l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario, che permette loro di non rispondere per un valore superiore ai beni ereditati”.

Sia la CTP di Catania sia la CTR della Sicilia avevano omesso di pronunciarsi sulla richiesta degli eredi di limitare la loro responsabilità patrimoniale.

La Suprema Corte ha accolto le istanze degli eredi, stabilendo che l’erede che ha accettato con beneficio di inventario, ha diritto di far valere la propria qualità soggettiva e di limitare la pretesa tributaria entro il valore dell’attivo ereditario, ai sensi dell’art.90 cod. civ.

“L’accettazione con beneficio d’inventario – prosegue Accolla – non elimina la responsabilità patrimoniale degli eredi per i debiti, ma limita la loro responsabilità al valore dei beni ereditati”.

Gli eredi possono quindi proporre ricorso per ottenere un accertamento giudiziale che limiti la loro esposizione debitoria, facendo valere il beneficio d’inventario.