Nessun piano Ue sulle pompe di calore, almeno non prima del 2024 e di un accordo tra i co-legislatori sulla nuova direttiva case green. A scandirlo, chiaramente, è stata la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, partecipando all’Euroheat and Power Summit 2023.
La Commissione europea sta “lavorando a un piano d’azione per le pompe di calore” da presentare il prossimo anno, “come passo successivo una volta adottata la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia”, ha confermato Simson, ricordando che il piano sarà finalizzato ad accelerare la diffusione delle pompe di calore, perché “la tecnologia è ormai pronta per diventare mainstream”.
La Commissione europea puntava a presentare il piano già entro la fine di quest’anno, ma è in attesa di un accordo politico sulla cosiddetta direttiva case green, su cui i co-legislatori proveranno a raggiungere un’intesa il prossimo 7 dicembre. Secondo le indicazioni finora fornite dalla Commissione europea, saranno in tutto quattro i pilastri del piano che assumerà la forma di una comunicazione (priva di valore legislativo): dare vita a una partnership tra la Commissione, i Paesi dell’Ue e il settore industriale (compresa la ricerca e innovazione) che potrebbe tradursi in una piattaforma, un acceleratore o, ancora, un partenariato dedicato alle pompe di calore; un’alleanza dedicata alle competenze nel settore; un nuovo quadro normativo per dare un “segnale politico forte” al mercato; e poi accessibilità dei finanziamenti, per individuare le possibilità di finanziamento per la diffusione delle pompe di calore individuali e per le reti di riscaldamento alimentate da grandi pompe di calore nell’ambito di strategie di riscaldamento e raffrescamento a livello locale e regionale.
Il piano per la diffusione su larga scala delle pompe di calore è pensato anche nell’ottica di eliminare gradualmente le caldaie entro il 2029, come previsto dalle nuove norme sull’ecodesign (progettazione ecocompatibile) su cui i colegislatori europei punteranno a trovare un accordo entro fine anno. L’obiettivo del piano d’azione sarà quello di accelerare i progressi nella decarbonizzazione del sistema energetico, creare le condizioni per il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffrescamento rinnovabili negli edifici, nell’industria e nelle reti; ma anche sostenere la competitività dell’industria dell’energia pulita dell’Ue. Il piano dovrebbe essere una comunicazione, dunque non legislativa. In audizione all’Europarlamento a inizio marzo, la commissaria Simson aveva dichiarato di voler sfruttare a pieno tutto il potenziale del biometano e delle pompe di calore, promettendo un’iniziativa pratica per promuovere la produzione di biometano entro la fine dell’anno e una strategia dedicata alle pompe di calore, in linea con gli obiettivi del piano ‘REPowerEu’, presentato a maggio di un anno fa per affrancare l’Ue dalla dipendenza dai combustibili fossili russi.
Bruxelles stima che circa il 50% di tutta l’energia consumata oggi nell’Ue sia usata per il riscaldamento e il raffrescamento, e oltre il 70% del riscaldamento e del raffrescamento si basi ancora sui combustibili fossili, soprattutto sul gas naturale. Nel settore residenziale circa l’80% del consumo finale di energia è usato per riscaldare gli ambienti e l’acqua. Ma presto sarà impossibile migliorare ancora l’efficienza energetica degli apparecchi di riscaldamento dell’ambiente e degli scaldacqua a combustione e dunque per ridurre ulteriormente l’energia impiegata per riscaldare gli ambienti e l’acqua sarà necessario ricorrere a tecnologie nuove e più efficienti, come le pompe di calore, che sono anche tecnologie energetiche rinnovabili.
Attraverso il piano ‘REPowerEU’ – varato a maggio 2022 per affrancare l’Ue dalla dipendenza dai combustibili fossili russi – l’esecutivo comunitario ha promosso una più rapida diffusione delle pompe di calore individuali negli edifici e delle pompe di calore su vasta scala nelle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento. Questo si traduce nell’obiettivo di installare almeno 10 milioni di nuove pompe di calore entro il 2027. Inoltre, con l’eliminazione graduale delle caldaie individuali entro il 2029 nell’ambito delle nuove regole sulla progettazione ecocompatibile, si prevede che entro il 2030 saranno installate almeno 30 milioni di pompe di calore in più rispetto al 2020, la maggior parte delle quali idroniche (comprese quelle ibride), ovvero quelle che sfruttano il meccanismo aria-acqua e dunque l’energia naturale che è contenuta nell’aria.