L’obiettivo di intraprendere azioni a basso impatto ambientale e di conciliare innovazione e salvaguardia dell’ambiente prende sempre più spazio all’interno delle strategie aziendali. È quanto emerge dal report Istat sull’innovazione nelle imprese tra il 2018 e il 2020. Nel triennio il 40,3% delle imprese innovatrici ha dichiarato di aver introdotto una o più innovazioni che hanno avuto effetti positivi sull’ambiente, per il 37,0% delle imprese innovatrici gli effetti si sono tradotti in benefici ambientali per i soggetti produttori e per il 29,1% in benefici ottenuti nella fase di consumo e utilizzazione dei beni e servizi.
Gli interventi più frequenti da parte delle imprese innovatrici tra il 2018 e il 2020 rispetto all’impatto ambientale hanno riguardato il minor consumo di energia e la riduzione delle emissioni di Co2, sia nella produzione (20,6%) che nell’utilizzo/consumo dei beni e servizi (18,4%). Una quota analoga di imprese ha sostituito materiali tradizionali con materiali meno inquinanti o pericolosi (19,6%) e una lievemente più bassa ha realizzato iniziative volte alla riduzione dell’inquinamento in fase di produzione (17,9%) e consumo (16,8%). È quanto emerge dal report Istat sull’innovazione nelle imprese tra il 2018 e il 2020. Frequenze simili si registrano per l’adozione di pratiche volte al riciclaggio dei materiali e dei rifiuti e al riciclo dell’acqua (16,5%) o al minor consumo di materiali o acqua (15,1%). Più limitato è l’impegno delle imprese nella sostituzione di combustibili fossili con risorse energetiche rinnovabili (9,0%).