La filiera degli acciai speciali si interroga sulla ripresa

L’occasione è stata il webinar organizzato della Siderweb

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Nel 2023, gli acciai speciali hanno vissuto un consumo spaccato a metà. Questa la fotografia scattata da Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi Siderweb, nel corso del webinar ‘Acciai speciali: a quando la ripresa’, svoltosi il 20 febbraio e organizzato dalla community dell’acciaio. “Il 50% del consumo è coperto dai prodotti in metallo, dalle costruzioni e dagli elettrodomestici ma ha subito, nel 2023, un rallentamento tra il 2 e il 3%. Al contrario, l’altra metà del mercato è cresciuta tra l’1,6% e l’8,8%” con note di merito per quanto riguarda l’automotive e gli altri mezzi di trasporto”, ha dichiarato. Complessivamente, l’attività dei settori utilizzatori di acciai speciali è prevista, nel 2024, in sostanziale stabilità con un +0,1% sul 2023.

Per il responsabile dell’Ufficio Studi Siderweb, l’approccio del settore è un “vorrei ma non posso”. Una situazione figlia da un lato, di spinte dei produttori verso un aumento dei prezzi e, dall’altro, della difficoltà a trasferire al mercato questi rincari a causa di una domanda non propriamente brillante. Per il 2025 si stima una crescita dei settori utilizzatori di circa l’1,5% ma queste previsioni dovranno ovviamente “essere confermate sul campo”, anche alla luce del fatto che per questi mesi non sono particolarmente entusiasmanti e che il 2024 viene percepito come un anno di transizione verso un futuro caratterizzato da previsioni non troppo rosee. Ci si aspetta inoltre un calo produttivo per la produzione di acciai speciali del 2023, circa il 5% in meno rispetto al 2022.

Durante il webinar ‘Acciai speciali: a quando la ripresa’ è intervenuto anche Roberto de Miranda, membro del comitato esecutivo del gruppo Ori Martin. “Abbiamo una visibilità più corta rispetto a quella del 2021 e del 2022 – ha spiegato – poiché i competitor sono molto più agguerriti rispetto al passato e ci sono committenti che cancellano ordini dall’oggi al domani”. Per de Miranda, sono due i fattori che giocano un ruolo rilevante: “Il primo è il nervosismo sui prezzi, perché è probabile che difficilmente riusciremo ad avere quotazioni dei prodotti più basse delle attuali; il secondo è la mancanza del consumo apparente, soprattutto a causa dell’andamento del mercato tedesco”. La soluzione è “scendere a patti con il new normal dell’automotive. Il riferimento è, in particolare, al segmento delle passenger car che, nei primi due mesi del 2024, non ha registrato una crisi bensì una stabilità. “Seppur di fronte a una crescita, continuiamo e continueremo a restare su volumi più bassi rispetto al 2018. Dobbiamo abituarci a questa nuova normalità”, ha commentato Roberto de Miranda.

Anche Stefano Scolari, amministratori delegato di Abs-Acciaierie Bertoli Safau, ha posto l’accento sul settore dell’automotive, che nel 2020 ha ridotto l’attività di circa il 19% rispetto all’anno precedente. “Ora sta leggermente recuperando – ammette – ma è ancora al di sotto dei livelli pre Covid, nonostante sia una delle filiere che stanno performando meglio”. Per l’ad, infine, la scarsa visibilità sugli ordinativi si è trasformata da punto critico a opportunità: “Approfittando di questi periodi calmi, ci siamo concentrati sul migliorare le performance interne e soddisfare le richieste dei clienti. Abbiamo così effettuato pochissime fermate produttive, nonostante il panorama complicato”, ha concluso.