La meccanica italiana è sinonimo di sostenibilità anche all’estero

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Il comparto energetico è una vera eccellenza italiana. L’export, non a caso, ricopre il 58% del mercato. Tra i casi di successo spiccano Cannon Bono Energia, che ha realizzato una maxi caldaia per Barilla, e Savelli, che ha dimezzato il consumo di una fonderia Scania.

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Il successo del made in Italy

La sostenibilità oggi è un concetto imprescindibile per qualsiasi azienda. Per quelle meccaniche, tuttavia, questo valore è doppiamente centrale. Da un lato, infatti, le realtà di settore devono impegnarsi ad essere virtuose in fase di produzione, utilizzando energia pulita e riducendo al minimo le proprie emissioni nocive. Dall’altro, il comparto meccanico energetico può fare la differenza in prima persona, sviluppando soluzioni sempre più efficienti e green.

L’industria meccanica italiana in ambito energetico ed ambientale vive un momento di grossa espansione. Secondo il report 2020 di Althesys Consultants, il 51% degli interventi svolti dalle aziende di settore nell’anno precedente riguardava l’installazione di nuovi impianti.

Protagoniste assolute in questo processo sono il fotovoltaico, che comprende il 50% delle iniziative, e l’eolico, che ha la fetta di mercato maggiore con 4,7 miliardi di euro investiti in totale. Tra le più innovative, e con enormi margini di crescita, ci sono invece le biomasse e il comparto dell’efficienza energetica.

Le aziende meccaniche italiane fanno scuola proprio in questi ultimi comparti: tanto da essere le più richieste all’estero. L’Ufficio studi di Anima Confindustria evidenzia già da alcuni anni la rilevanza dell’export. Nel complesso, nel 2018 ricopriva il 58,3% del fatturato totale del comparto meccanico. Un dato che veniva commentato con soddisfazione del presidente di Anima, Marco Nocivelli: «In uno scenario europeo di stabilità e calo generale della produzione industriale, la meccanica italiana ha risposto bene, soprattutto per quanto riguarda l’export: una conferma che i nostri prodotti sono apprezzati e ricercati all’estero».

Persino nel rapporto 2020, dove gli effetti della crisi legata al Covid erano evidenti, la produzione di energia ha rallentato meno degli altri settori meccanici, registrando un -7,4% e 15,05 miliardi di fatturato. Basta pensare che nella meccanica logistica la contrazione è stata del 13,8% e nelle tecnologie alimentari del 13,5%.

Le collaborazioni tra realtà meccaniche italiane e multinazionali di fama mondiale non mancano. Lo testimonia la fiducia che ogni anno, i colossi dell’economia mondiale confermano agli specialisti del bel paese in ambito meccanico energetico.

L’ingegno made in Italy contribuisce così attivamente a raggiungere nuovi target di sostenibilità ed efficienza. Tra gli esempi più significativi, in questo senso, c’è quello di Cannon Bono Energia, che ha realizzato per Barilla una caldaia industriale della portata record di 25 tonnellate per l’essicazione della pasta. La Savelli di Brescia, invece, ha fatto dell’efficientamento energetico delle fonderie la propria missione. Le sue competenze sono da anni al servizio di colossi internazionali come Scania, leader nella produzione di mezzi pesanti.

Cannon Bono, una caldaia da record per Barilla

Realizzare un progetto per un’importante multinazionale spesso significa avere a che fare con delle peculiarità uniche. È esattamente questa la sfida che ha dovuto affrontare nel 2012 l’azienda Cannon Bono, nel proprio incarico all’interno dello stabilimento Barilla di Pedrignano.

La richiesta dei parmensi era di fornire una caldaia a tubi da fumo della capacità di 25 tonnellate all’ora per la produzione di acqua surriscaldata. L’impianto, inoltre, doveva essere realizzato su misura con criteri antisismici.

Cannon Bono Energia ha soddisfatto le richieste di Barilla fornendo una caldaia a tubi da fumo studiata per le esigenze di installazione cliente. Sulla stessa sono stati montati un bruciatore e un sistema di controllo e gestione: due componenti che le permettono di raggiungere il massimo dell’efficienza e della combustione. Lo scambiatore di calore dell’impianto, inoltre, è stato realizzato all’interno di una struttura di putrelle d’acciaio. Una trovata che lo rende perfettamente sicuro in caso di terremoto.

Al termine dei lavori, la centrale termica con caldaia Cannon Bono lavorava con performance superiori alle aspettative. Non solo era più efficiente del previsto, con parametri del 96%, contro i 94,5% richiesti dal cliente, ma generava anche meno emissioni di ossido di azoto rispetto a quelle consentite dalla Regione Emilia Romagna.

La linea Savelli per le fonderie Scania

L’azienda svedese Scania è da anni uno dei leader di mercato nel comparto dei mezzi pesanti. Il loro impianto principale, situato a Södertälje (Svezia), si è rivolto alla bresciana Savelli nel 2018, al tempo Küttner Savelli. Alla ditta italiana è stata affidata la produzione di una nuova linea automatica di formatura orizzontale con grandi staffe per produrre blocchi e teste motore in ghisa.

È stata l’efficienza del processo di formatura in “Terra a Verde” Formimpress a convincere Scania ad effidare a Savelli il progetto. Questo sistema, infatti, soddisfa severi requisiti di qualità delle forme e della loro ripetibilità, non richiede aria compressa per la compattazione della forma di terra e ha una capacità idraulica ridotta al minimo. Insieme a Scania, inoltre, Savelli ha realizzato un innovativo processo per recuperare i materiali con un basso dispendio di energia.

Proprio questo passaggio ha permesso di tagliare le esigenze di trasporto per ciascuna unità produttiva. L’energia richiesta dagli impianti è stata così dimezzata. Inoltre oggi la fonderia si serve solo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.