Il pane Carasau è uno dei prodotti tipici della regione Sardegna, nonché uno di quelli più conosciuti. Basti pensare che ogni anno l’isola produce pane a fogli croccati per circa 200mila quintali.
Dal 2020, un’equipe formata da 11 gruppi di ricercatori di 4 dipartimenti dell’Università di Cagliari e da una decina di aziende sarde, sta operando nell’area di Serramanna nel tentativo di ingegnerizzarne il processo di preparazione del pane carasau, sfruttando le tecnologie informatiche ed elettroniche dell’industria 4.0.
Il progetto – siglato IAPC, Ingegnerizzazione e Automazione del Processo di produzione tradizionale del pane Carasau mediante l’utilizzo di tecnologie IOT (Internet of Things) – ha una durata di 36 mesi ed è stato finanziato dai fondi di sviluppo europeo nell’ambito del programma Pon Fesr imprese e competitività relativi alla programmazione 2014-2020, con un costo di 1.653.125,67 euro.
I ricercatori hanno dapprima studiato le diverse fasi del processo di produzione, dall’impastamento allo stoccaggio in magazzino, passando per taglio della forma, lievitazione, prima cottura, separazione, tostatura e impacchettamento.
Con il supporto di un’azienda di automazione sarda, hanno quindi provato a implementare modelli matematici e metodologie di calcolo per ridurre il consumo di energia. Hanno inoltre utilizzato sistemi di tracciamento ottici e a radio frequenza per migliorare la filiera produttiva delle materie prime.
L’automatizzazione data dall’utilizzo di tecnologie avanzate permetterà di compensare anche saltuari errori dell’uomo, senza però rimuovere o compromettere la componente artigianale che caratterizza questo prodotto alimentare.