Il Consiglio europeo per l’innovazione pienamente operativo

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Il Consiglio europeo per l’innovazione ha la possibilità di erogare 10 miliardi di euro di finanziamenti fino al 2027 e il programma ne prevede 1,5 già quest’anno per dare ossigeno a progetti che hanno la sostenibilità come minimo comune denominatore. Tre gli schemi di finanziamento previsti cui si affiancano premi destinati a valorizzare specifiche categorie protagoniste dell’innovazione.

I temi

  • Consiglio europeo per l’innovazione: finalità e dotazione economica
  • Le tre possibili linee di finanziamento
  • Premi e incentivi ai protagonisti dell’innovazione
  • Italia in ritardo negli investimenti in R&S

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Dieci miliardi di euro da investire in sei anni

per sostenere, sviluppare e ampliare innovazioni rivoluzionare. Questa la dotazione finanziaria del neonato Consiglio europeo per l’innovazione (Eic, acronimo dell’inglese European Innovation Council), varato ufficialmente lo scorso marzo dalla Commissione europea dopo una fase pilota iniziata nel 2018. L’iniziativa comunitaria si inserisce all’interno del più vasto programma Horizon Europe, progetto da 95,5 miliardi di euro (nel periodo 2021-2027) finalizzato a promuovere innovazione e ricerca all’interno dell’Ue. Bruxelles ha deciso di riservare particolare attenzione alle start-up innovative e alle piccole e medie imprese, tradizionali motori dell’economia italiane: a queste realtà è stato dedicato il Fondo del Consiglio europeo per l’innovazione che può contare su un budget di circa 3 miliardi di euro, quindi quasi un terzo del totale.

In concreto, l’Eic opererà tramite due diverse modalità. La maggior parte dei fondi sarà assegnata a progetti open call, cioè bandi aperti senza priorità tematiche predefinite. Il resto andrà invece distribuito a iniziative challenge driven call finalizzate alla scoperta di nuove tecnologie e processi innovativi in ambiti specifici rispondenti alle priorità di sviluppo fissate dall’Ue. In entrambi i casi, le iniziative da finanziare devono essere in linea con  i principi del New Green Deal europeo, la road map di Bruxelles volta a promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare, a ripristinare la biodiversità e a ridurre l’inquinamento. Sostenibilità sarà dunque la parola chiave di tutta l’azione di stimolo operata dall’Eic.

Per l’anno in corso l’Eic ha già stabilito un programma di lavoro che prevede finanziamenti per oltre 1,5 miliardi di euro. Sono tre gli schemi di finanziamento previsti. Pathfinder, con una dotazione di circa 300 milioni di euro, è destinato allo sviluppo di tecnologie innovative emergenti, con progetti basati su una ricerca interdisciplinare ad alto rischio/alto guadagno. I finanziamenti massimi sono di 3 milioni per le iniziative open call e di 4 per progetti che rispondono alle linee guida fissate dall’Ue: intelligenza artificiale autoconsapevole, strumenti per misurare l’attività del tessuto celebrale, tecnologie emergenti nella terapia genetica, nuove idee per la produzione di idrogeno, materiali biologici prodotti in laboratorio. Il percorso Transition riguarda invece idee che puntano a convalidare le tecnologie e sviluppare business plan per applicazioni specifiche. La dotazione totale è di circa 100 milioni di euro, con un massimo di 2,5 milioni per progetto. Anche in questo caso c’è la distinzione tra open call e challenge driven call, dedicati a dispositivi medici e tecnologie di raccolta e immagazzinamento di energia. Infine, è previsto il fondo Accelerator per aiutare le imprese innovatrici a portare i nuovi prodotti sul mercato e favorirne la scalabilità. Il budget si aggira sui 600 milioni di euro (con finanziamento massimo fino a 15 milioni) e le linee guida comunitarie parlano di progetti focalizzati su sanità strategica e tecnologie digitali e su innovazioni sostenibili per la ripresa economica.

Oltre che con questa “pioggia” di finanziamenti, il Consiglio europeo per l’innovazione opererà anche attraverso premi pensati per valorizzare specifiche categorie. Uno di questi è dedicato alle donne innovatrici e prevede tre assegni da 100.000 più uno da 50.000 euro riservato alle imprenditrici sotto i 30 anni. Un’altra iniziativa è il premio Capitale europea dell’innovazione (iCapital) rivolto alle città con una popolazione tra 50.000 e 250.000 abitanti: la città vincitrice riceverà un milione di euro.

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Il varo definitivo dell’Eic rappresenta dunque una allettante possibilità per le imprese decise a puntare sull’innovazione come motore della crescita post Covid. Questi bandieuropei affiancano i contributi attesi in Italia nell’ambito del Recovery Fund: Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ancora provvisorio, prevede 46,3 miliardi di euro da sfruttare per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Nel 2018, secondo l’Istat, in Italia la spesa in ricerca e sviluppo (R&S) ha toccato i 25,2 miliardi di euro, pari all’1,43% del Pil: quasi i due terzi degli investimenti è dovuto a imprese private. Nell’Unione europea l’impatto sul Pil arriva al 2,18%, a fronte di un obiettivo per il 2020 fissato al 3%. Tornando all’Italia, l’emergenza da Covid-19 avrebbe causato (sempre secondo stime Istat) un calo del 4,7% di investimenti in R&S lo scorso anno, che allontana ulteriormente il nostro Paese dai target fissati da Bruxelles. Urge recuperare terreno, e il Consiglio europeo per l’innovazione rappresenta uno dei treni verso il futuro sui quali è cruciale salire.