
La tecnologia diventerà sempre più parte integrante della quotidianità, anche per quanto riguarda la sfera sanitaria. Già adesso esistono strumenti digitali per il monitoraggio a domicilio del paziente, ma entro i prossimi 5 anni è verosimile che l’IA e le terapie digitali entreranno a far parte della vita di tutti i giorni. Questo prossimo scenario è stato delineato in seguito a una ricerca condotta dall’Osservatorio Life Science Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Confindustria dispositivi medici e Farmindustria, che ha coinvolto le imprese Pharma, Biotech e Medtech; la collaborazione con FIASO ha inoltre permesso di coinvolgere anche i direttori delle strutture sanitarie.
Per il 77% delle aziende e il 55% delle strutture sanitarie, le terapie digitali avranno un impatto rilevante, in un orizzonte di circa un lustro; le percentuali salgono – rispettivamente al 93% e 77% – rispetto al tema della medicina personalizzata, che per questi soggetti è destinata – sempre da qui ai prossimi 5 anni – a essere rivoluzionata dall’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda le visite, circa la metà dei medici specialisti coinvolti nella ricerca hanno ammesso che sarebbe disposta a prescrivere una DTx se ne avesse la possibilità, soprattutto se consapevole delle competenze digitali del paziente (questo fattore incide per il 72% degli specialisti). E, come contraltare, il 65% dei pazienti sarebbe disponibile a utilizzare una terapia digitale proposta dal medico curante.
Le terapie digitali si confermano un ambito di innovazione rilevante nel panorama mondiale. A livello internazionale l’Osservatorio Life Science ne ha censite 93: il 37% nell’area della psichiatria, il 14% nell’endocrinologia, il 10% nella reumatologia e il 10% nell’oncologia. Il modello di business più adottato è di tipo B2b, che prevede il rimborso della DTx da parte di un’assicurazione a seguito della prescrizione da parte del medico. Il prezzo medio proposto dal produttore di una terapia digitale è poco più di 500 euro per un ciclo di trattamento della durata di 90 giorni, con un aumento di circa il 10% rispetto a quanto rilevato nel 2023.
In Italia non esiste ancora una normativa di riferimento specifica. A giugno 2023, però, è stata presentata una proposta di legge che mira a definire ambiti d’uso per le DTx e istituire organi per la valutazione e il monitoraggio delle soluzioni. In un contesto di incertezza, solo il 18% delle aziende dell’offerta ha già avviato sperimentazioni per il mercato italiano e un altro 27% è interessato a farlo. Per 8 aziende dell’offerta su 10 l’assenza di un quadro normativo specifico a livello nazionale rappresenta la principale barriera allo sviluppo. A seguire, per oltre 7 aziende su 10, l’impossibilità di rimborsare le DTx.
Per quanto riguarda invece la medicina personalizzata, l’ambito di maggior intervento è la cura (58% delle start up analizzate) con particolare riferimento al trattamento di patologie specifiche come quelle oncologiche e rare, mentre il settore della prevenzione è quello in cui non si è praticamente ancora investito.
In generale, gli attori coinvolti nella ricerca ritengono che una gestione efficace dell’innovazione digitale sia cruciale per migliorare il portafoglio di prodotti e servizi, oltre che l’efficienza nei processi.