L’emergenza sanitaria ha impresso un’accelerazione al ricorso ai pagamenti digitali: un acquisto su tre avviene in questa modalità, ma la percentuale di chi usa il contate è ancora molto alta.
I temi
- Il Covid spinge i pagamenti digitali
- Pagare cash: abitudine tricolore
- Smartphone, il dispositivo preferito
- Il Cashback di Stato
La pandemia ha dato una decisa accelerata al ricorso ai pagamenti digitali, ma gli italiani restano ancora affezionati al contante. È questa la fotografia che emerge dagli ultimi studi di settore riguardanti l’utilizzo della moneta elettronica nel nostro Paese.
Tra questi, anche l’indagine dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, da cui emerge che, nonostante un calo generalizzato dei consumi di oltre il 13%, i pagamenti digitali nel corso del 2020 hanno toccato quota 5,2 miliardi di transazioni, passando dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti in Italia, per una cifra complessiva di 268 miliardi di euro. Aumenta, quindi la penetrazione di questa modalità – di fatto, un pagamento su tre avviene così -, ma il contante rimane però ancora il mezzo di gran lunga più utilizzato.
Che pagare cash sia un’abitudine radicata nella mentalità tricolore l’aveva certificato anche il rapporto “L’utilizzo del contante in Italia” della Banca d’Italia pubblicato nel 2019, dove emergeva come il contante venisse utilizzato dai consumatori per pagare circa l’86% delle transazioni nei punti vendita, dato superiore di circa sette punti alla media dell’Eurozona e che assegnava all’Italia la percentuale più alta tra i grandi Paesi europei. Per quanto riguarda il valore delle transazioni, l’Italia si poneva al di sopra della media dei Paesi che hanno adottato l’euro di ben 15 punti percentuali (68%).
Allo stesso tempo si evidenziava però come l’utilizzo del contante crescesse con l’età, mentre l’uso della moneta digitale fosse più frequente tra i giovani e i consumatori a più elevata scolarizzazione. Già allora si sottolineava il trend di crescita, sia per valore che per operazioni, di circa il 10-15% annuo. In questo panorama, l’emergenza sanitaria ha funzionato come una sorta di acceleratore.
I risultati di questo cambio di passo li riporta ancora l’Osservatorio del Politecnico di Milano. Nel 2020 a crescere sono stati soprattutto i pagamenti tramite contacteless (+29%, a quota 81,5 miliardi di euro) e, ancor più, quelli tramite smartphone e dispositivi wearable (+80%, oltre 3,4 miliardi).
“Lo smartphone diventa il device preferito dagli italiani per effettuare pagamenti da remoto e acquisti online, superando il PC. Il Mobile Commerce raggiunge infatti quota 15,65 miliardi di euro e una penetrazione sul totale eCommerce del 51%, segno di una sempre maggiore facilità e velocità nell’uso di questo dispositivo” si legge nel rapporto. E ancora: “Tra le novità più interessanti del 2020 c’è anche la sempre maggiore offerta di servizi digitali per le consegne a domicilio – abilitati dai pagamenti digitali – che possono passare per l’invio di un link di pagamento tramite SMS o chat (Pay by link) o tramite Mobile Wallet”.
In tempo di pandemia sono cresciute anche la transazioni da smartphone per il pagamento di bollette, bollettini e ricariche telefoniche. Il Mobile Payment per queste componenti cresce del 30% e supera quota 1,15 miliardi di euro. Complessivamente, il Mobile Payment fuori dai negozi fa un balzo di ben il 15% e tocca quota 1,3 miliardi di euro. Al contrario, per effetto delle limitazioni, crollano i pagamenti via cellulare dei servizi di mobilità, che passano da 252 milioni di euro a 157 milioni di euro. I cali maggiori riguardano i pagamenti di taxi (-52%) e la sharing mobility (-43%), seguiti da biglietti per il trasporto pubblico locale (-32%) e dai parcheggi (-13%).
Sul finire del 2020 è stato poi introdotto anche il Cashback di Stato. Uno strumento che piace solo a chi ha un potere più alto d’acquisto? No, secondo il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, che in una interrogazione parlamentare ha spiegato come “il 56,6% di tutte le transazioni effettuate nel Programma cashback abbia un importo inferiore ai 25 euro e riguardi soprattutto i micropagamenti interessati dall’utilizzo del contante”. Nessun rischio anche per quanto riguarda i “furbetti del cashback”: le micro-operazioni giornaliere si fermerebbero infatti allo 0,2% del totale.