Una nuova alleanza politica e industriale per rendere efficace la legislazione Ue sui semiconduttori e rendere concreta la promessa di raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue entro il 2030. È questo l’obiettivo dell’Alleanza delle regioni europee sui semiconduttori, che fornirà una piattaforma di dialogo con la Commissione Ue nell’attuazione dell’European Chips Act e promuoverà la crescita e la competitività dell’industria nelle regioni europee attraverso la condivisione delle conoscenze e delle migliori pratiche e la promozione dell’innovazione.
L’Alleanza comprende 27 regioni di 12 Stati, tra cui anche il Piemonte in Italia (che si è candidato per la vicepresidenza). Il record di regioni aderenti è della Germania (10), seguita da Spagna (4), Austria, Finlandia e Paesi Bassi (2). Tutti gli altri Paesi vedono invece la partecipazione di una sola regione ciascuno: Belgio, Francia, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito e Irlanda (come Stato). L’obiettivo fondamentale – come si legge nel testo della dichiarazione fondante – è quello di “garantire il miglior supporto possibile e innovativo e condizioni quadro competitive per le regioni” nell’ambito dell’European Chips Act, anche per “ottenere la massima flessibilità e rapidità nell’esame e nella concessione degli aiuti di Stato” per gli impianti di produzione di semiconduttori “e per le fasi a monte e a valle del valore aggiunto”. Per questo le regioni “prenderanno posizione nei confronti dei rispettivi governi centrali e della Commissione”.
Anche il Green Deal europeo e le tecnologie pulite ‘Made in Europe’ occupano una posizione di rilievo, in particolare nella richiesta di “sviluppo e implementazione di approcci risolutivi per una produzione più sostenibile”. Nello specifico di parla di “riduzione dell’impatto ambientale e consumo di risorse naturali” da parte di un’industria che è “ad alta intensità di risorse, energia e acqua”, ma anche di “espansione delle energie rinnovabili in loco e utilizzo di vie di trasporto rispettose del clima”. Le 27 regioni dell’Alleanza “sostengono l’approvvigionamento diversificato e il riciclaggio delle materie prime” e la creazione di “reti interconnesse (energia, acqua) a livello europeo”. Un avvertimento è stato invece lanciato sulla modifica dei regolamenti Ue sulle sostanze chimiche: “Il previsto divieto di utilizzare determinate sostanze chimiche metterebbe a rischio la sopravvivenza dell’industria dei semiconduttori, servono condizioni quadro affidabili”.
Secondo quanto si legge nella dichiarazione, sul territorio comunitario dovrà essere implementata la cooperazione nel campo dello “sviluppo dei talenti, dell’istruzione e formazione degli specialisti”, anche attraverso “cooperazioni universitarie per rafforzare il mercato del lavoro”. Si inserisce in questo punto l’istituzione di “un’Accademia europea dei semiconduttori e una nuova Comunità della conoscenza e dell’innovazione sui semiconduttori”. A livello internazionale dovrà essere sviluppato un network internazionale delle regioni per “esplorare possibili partnership con Paesi terzi”, con l’attenzione rivolta alla “cooperazione con i partner e con gli Stati che la pensano allo stesso modo”. Lo stimolo dell’Alleanza riguarderà anche la “creazione di reti con altre associazioni industriali e gruppi europei” in cui l’industria dei semiconduttori gioca un ruolo essenziale. Per esempio “la rete Solar Industry Regions Europe”, per spingere lo sviluppo di fonti energetiche pulite.