Passaggio da rottamazione ter a quater, massima attenzione ai carichi

Non tutte le casse/enti previdenziali hanno deliberato l’inclusione dei propri carichi nella definizione agevolata

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E’ possibile il passaggio dalla rottamazione ter alla rottamazione quater? La risposta è sì, ma è necessario prestare la massima attenzione ai carichi oggetti di rottamazione ter per i quali non è possibile aderire alla definizione agevolata prevista dalla Legge di Bilancio 2023.

“Ricordiamo che tra i benefici del nuovo istituto c’è il venir meno degli interessi di iscrizione a ruolo e gli aggi e – sottolinea Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti – la possibilità di rimodulare il piano dei versamenti. Inoltre, a differenza della rottamazione ter, nel caso in cui intervenga la decadenza sarà possibile richiedere una nuova rateazione, evitando l’aggressione da parte dell’agente della riscossione”.

“Il rischio fondato in caso di passaggio, è quello di non accorgersi della presenza di carichi non rottamabili secondo le nuove previsioni, con la conseguenza che viene presentata istanza di rottamazione, incorrendo in un diniego da parte dell’agente della riscossione. Nel frattempo – prosegue Cuchel – essendo stati interrotti i versamenti dovuti in ragione della rottamazione-ter, si decade da tale rottamazione, con la conseguenze riemersione integrale delle sanzioni, interessi di mora ed aggi l’impossibilità di richiedere un nuovo rateizzo ordinario con riferimento alle somme residue dovute”.

Le casse previdenziali professionali di diritto privato che hanno deliberato l’inclusione dei propri carichi nell’ambito applicativo della definizione agevolata sono: Cassa Forense, Cnpr, Enpab, Enpav e Inpgi.