30 Maggio 2024
La ripresa del manifatturiero italiano sembra iniziata. Il Real Time Turnover (RTT) Index del Centro Studi di Confindustria, costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato, registra un aumento di +5,7%, in aprile, che recupera il -4,8% subito a marzo. L’RTT suggerisce, quindi, che il 2° trimestre del 2024 è iniziato in miglioramento per l’economia italiana.
Nel dettaglio, nei servizi si registra un +7,6% dopo un mese di flessione, un +5,3% nell’industria, +5,3% dopo il calo di marzo e nelle costruzioni l’RTT di aprile mostra il ritorno a una variazione positiva (+3,9%), dopo i cali molto marcati registrati nei primi tre mesi del 2024, legati alla scadenza degli incentivi.
Questi numeri sono corroborati dall’indice di fiducia delle imprese di maggio, diffuso stamattina da Istat. È vero che l’indicato di questo mese “mostra il secondo calo consecutivo, assestandosi sul valore più basso da novembre 2023”, ma il ribasso complessivo “è legato al peggioramento registrato nel settore dei servizi di mercato e nelle costruzioni, che scendono, rispettivamente, sui livelli più bassi da novembre 2023 e novembre 2022”, spiega l’istituto di statistica. Invece nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 87,7 a 88,4, dove “migliorano sia i giudizi sugli ordini, che le attese di produzione; inoltre, le scorte di prodotti finiti sono giudicate in decumulo”, continua Istat.
Questi numeri sono corroborati dall’indice di fiducia delle imprese di maggio, diffuso stamattina da Istat. È vero che l’indicato di questo mese “mostra il secondo calo consecutivo, assestandosi sul valore più basso da novembre 2023”, ma il ribasso complessivo “è legato al peggioramento registrato nel settore dei servizi di mercato e nelle costruzioni, che scendono, rispettivamente, sui livelli più bassi da novembre 2023 e novembre 2022”, spiega l’istituto di statistica. Invece nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 87,7 a 88,4, dove “migliorano sia i giudizi sugli ordini, che le attese di produzione; inoltre, le scorte di prodotti finiti sono giudicate in decumulo”, continua Istat.
Dunque “maggio si prospetta come un mese positivo per l’industria italiana: secondo l’indagine di Confindustria, il 45,0% del campione di grandi imprese industriali prevede un aumento della produzione rispetto al mese scorso. Solo il 6,2% ipotizza un calo, mentre il restante 48,8% non si aspetta variazioni significative. Questi dati evidenziano un sentiment in miglioramento rispetto alla rilevazione di aprile, dove il 33,3% degli intervistati ha dichiarato di attendersi un peggioramento della produzione, mentre solo il 17,3% ha dichiarato di attendersi un miglioramento”, sottolinea l’indagine rapida sull’attività delle grandi imprese industriali del Centro Studi di Viale dell’Astronomia. “La dinamica di domanda e ordini continua a essere il fattore di traino o ostacolo più rilevante per le aspettative di produzione, secondo la rilevazione di Confindustria. Questo mese si osserva una flessione del saldo tra le imprese che la vedono come un fattore positivo e quelle che la percepiscono come un fattore negativo, passando da 13,7% nel mese di aprile, a 7,6% a maggio”.
Restano comunque alcune preoccupazioni per quanto riguarda i costi di produzione. Il saldo di imprese che li considerano come un fattore di traino rispetto a quelle che li considerano un fattore di ostacolo si riconferma negativo e diminuisce ulteriormente, passando da -0,1% ad aprile a -2,4% a maggio. Tuttavia “per la prima volta da ottobre 2023, l’indagine ha rilevato una visione ottimistica sulle condizioni finanziare da parte del campione intervistato. Questo mese, infatti, la quota di imprese che le percepisce come positive supera quella che le ritiene negative, raggiungendo un saldo dello 0,7%”, evidenzia il Csc di Confindustria.