
Con l’interpello n.2/2025, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha chiarito che lo sgravio contributivo totale previsto dalla Legge di Bilancio 2024 per le lavoratrici madri con tre o più figli si applica anche ai contratti di lavoro intermittente a tempo indeterminato.
“La norma prevede per il triennio 2024-2026 una decontribuzione totale della quota dei contribuenti a carico delle lavoratrici madri con tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Per il solo 2024 – spiega Maria Vittoria Tonelli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – il beneficio è esteso anche alle madri di due figli fino al compimento del decimo anno di età del figlio più giovane”. L’esonero non si applica invece ai rapporti di lavoro domestico e ha un limite massimo annuo di 3.000 euro, riparametrato su base mensile.
Rispondendo al quesito dell’Anpit, il ministero ha sottolineato che l’agevolazione non mira a incentivare la stabilità lavorativa, ma a sostenere il reddito delle famiglie con figli minori attraverso un aumento della retribuzione netta, senza vantaggi per i datori di lavoro.
“Dato che una misura simile, introdotta dalla legge di Bilancio 2022, era stata applicata a tutti i rapporti di lavoro dipendente del settore privato, inclusi quelli intermittenti – prosegue Tonelli– l’attuale beneficio contributivo può essere riconosciuto anche alle lavoratrici madri con contratto di lavoro intermittente a tempo indeterminato”.