Il sistema tributario italiano permette di beneficiare di una riduzione di due anni dei termini di accertamento, indipendentemente dal voto finale Isa.
L’agevolazione, prevista dall’art.3 del D.Lgs.n.127/2014, richiede il rispetto di specifici requisiti e adempimenti documentali.
“In primis, è necessario garantire per il periodo d’imposta 2023 la tracciabilità degli incassi e pagamenti superiori a 500 euro. Tale importo deve comprendere anche eventuali imposte e oneri. Inoltre – sottolinea Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – vanno utilizzati mezzi di pagamento tracciabili come bonifico bancario o postale, carta di debito o di credito, assegno bancario, circolare o postale con clausola di non trasferibilità, ricevute bancarie, e MAV”.
Il volume d’affari deve essere documentato mediante emissione di fatture in formato elettronico o trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate. Senza la fatturazione elettronica, non è possibile beneficiare della riduzione dei termini di accertamento.
“Il contribuente deve esprimere la volontà di avvalersi della riduzione dei termini di accertamento contrassegnando l’apposito campo nel quadro RS del Modello Redditi 2024. La mancata indicazione – prosegue Baldino – comporta la perdita dell’agevolazione, ma può essere corretta con la presentazione di una dichiarazione integrativa”.
Può comportare la perdita di agevolazione anche un solo pagamento o incasso oltre la soglia di 500 euro in contanti o l’emissione, anche per errore, di una sola fattura in modalità analogica.