
Come funziona un fondo pensione complementare? Quali caratteristiche deve rispettare per sfruttare al meglio la flessibilità che può offrire?
Fondamentale per la scelta di un fondo, oltre alla performance e ai costi, è valutare la sua flessibilità.
Tre le possibili strade da intraprendere: anticipazioni, trasferimento, riscatto e di R.I.T.A. (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).
“E’ possibile utilizzare in anticipo una parte delle somme accumulate nel fondo pensione anche più di una volta, sia per lo stesso motivo che per ragioni diverse, ma l’ammontare della somma totale degli importi anticipati non può in nessun caso superare il 75% delle somme accumulate oppure – sottolinea Maria Vittoria Tonelli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – è possibile cambiare prodotto nel tempo richiedendo il trasferimento del fondo pensione. In questo modo, il risparmio previdenziale non si interrompe, ma anzi, prosegue in un prodotto ancora più conveniente e in linea con le proprie esigenze”.
“Si può percorrere poi la strada del riscatto – prosegue Tonelli – che può essere richiesto in caso di perdita del lavoro o di invalidità che riduca la capacità lavorativa a meno di un terzo. A seconda della situazione l’aderente può richiedere il 50% o il 100% del capitale accumulato”.
Infine, si può optare per la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata che permette di andare prima in pensione rispetto ai requisiti previsti per raggiungere la pensione di vecchiaia.
Nei casi ordinari l’anticipo è fino a 5 anni, mentre può arrivare fino ai 10 anni in caso di inoccupazione prolungata (almeno 24 mesi).